Roma, pugile arrestato per rapimento: «Non ho mai preso il bimbo, quella donna si è inventata tutto»

Roma, pugile arrestato per rapimento: «Non ho mai preso il bimbo, quella donna si è inventata tutto»
di Adelaide Pierucci
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Lunedì 25 Aprile 2016, 09:14 - Ultimo aggiornamento: 26 Aprile, 08:25


«Ma quale rapimento, non ho mai trattenuto quel bambino. Io i bimbi li amo». Ha respinto ogni contestazione, ieri, Mirco Ricci, il pugile, campione italiano dei mediomassimi, arrestato venerdì insieme alla madre e alla sorella Francesca con l'accusa di aver sequestrato, per rientrare di un debito di droga, un bambino di 9 anni con la complicità della zia del piccolo, pure lei finita in manette. Il pugile, però, resterà in cella. Il gip Angela Gerardi ha firmato la misura cautelare in carcere per tutti e quattro i protagonisti del rapimento, durato due giorni, che secondo quanto ricostruito dagli inquirenti si è consumato in un palazzo in via di Val Cannuta dove vivono le famiglie degli arrestati e quella del bambino Manuel (non è il suo vero nome). «Quella donna si è inventata tutto», si è difeso Ricci, in presenza dei suoi legali, gli avvocati Giovanni Sabatelli e Angelo Staniscia, «è stata lei come ha fatto già altre volte a lasciarlo dalla zia, da sua sorella. Il piccolo poi è andato anche per le altre case, come al solito, visto che viviamo nello stesso palazzo. Ha anche giocato in cortile, come possono testimoniare i vicini, ed andato in palestra, altro che trattenuto». «Mi dispiace», ha aggiunto, «di essere accostato ad una storia di cocaina. Sono uno sportivo, e ogni due settimane vengo sottoposto ad accertamenti antidoping. E poi non è vero che prima dei fatti avrei picchiato la mamma del piccolo per accontentare mia madre che avrebbe perso i soldi della droga». La madre del pugile, Palma Condemi, 52 anni, a quanto pare rivendicava dalla madre di Manuel cinquemila euro per una partita di cocaina fatta sparire e comunque non pagata.
 
IL RITROVAMENTO
Nessun sequestro, insomma, secondo il pugile. Versione ripetuta anche dalla madre e dalla sorella di Mirco Ricci e dalla zia materna del bambino «Me lo ha lasciato mia sorella», ha detto la zia, «come è capitato altre volte. Doveva risolvere questioni personali». La ricostruzione dei quattro fermati - che si sono limitati rilasciare spontanee dichiarazioni rifiutando di sottoporsi all'interrogatorio di garanzia - però non ha convinto il giudice, che, ha quindi disposto che venissero trattenuti in carcere. Il caso era scoppiato giovedì sera quando Tiziana C., quarant'anni, e problemi di droga alle spalle, ha denunciato in commissariato che il più piccolo dei suoi tre figli era sparito dal giorno prima e che probabilmente era trattenuto in casa della madre del pugile.
Gli uomini della Squadra Mobile, su disposizione delle pm Claudia Terracina e Ilaria Calò, intercettano le utenze dei sospettati. «Sbrigati», si sente in una chiamata alla madre, «il bambino sta bene. Non possiamo fare i baby sitter ad oltranza», dice la zia. Nessuna minaccia di morte, fortunatamente, emerge dalle intercettazioni. Nel sottofondo, però, si sente la voce del piccolo, piange. Allora scatta il blitz. Manuel verrà ritrovato a casa della zia.
 

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