Roma, non difese l'alunno gay, alla sbarra il preside dell'istituto Gassman: cinque bulli minorenni rinviati a giudizio

Roma, non difese l'alunno gay, alla sbarra il preside dell'istituto Gassman: cinque bulli minorenni rinviati a giudizio
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Venerdì 1 Luglio 2016, 08:13 - Ultimo aggiornamento: 21:51

Otto studenti segnalati alla procura dei minori per atti di bullismo, cinque di loro sono stati rinviati a giudizio. E anche la ex preside Giovanna Bertoldo alla quale viene contestato di non aver denunciato all'autorità giudiziaria gli episodi avvenuti nell'Istituto Gassman. E' cominciato ieri il processo nei confronti della dirigente accusata di non essersi attivata subito per evitare commenti omofobi di alcuni dei suoi allievi. Udienza cominciata e già rinviata, anche se prima il Tribunale ha rigettato la richiesta di costituzione di parte civile del Gay center, ma anche della vittima, uno studente che sarebbe stato discriminato e deriso perché considerato gay. La preside dovrà rispondere di omissioni di atti d'ufficio.
 
LA STORIA
«Questo perché - spiega il portavoce del Gay center, Fabrizio Marrazzo - manca nel nostro codice penale il reato di omofobia, che vieti la discriminazione verso le persone lesbiche, gay e trans. In questo caso la magistratura fa un passo indietro rispetto alla tutela delle persone, un episodio molto grave perché riguarda una scuola e un giovanissimo che ha avuto il coraggio di denunciare e non può essere rappresentato in aula». La storia risale al 2014. Secondo il pm Vittoria Bonfanti, Bertoldo non avrebbe fermato i suoi studenti mentre bersagliavano un sedicenne. I bulli avevano organizzato pure un gruppo Whatsapp chiamato «We hate V.». «Ao io te l'ho detto che è f...», scrivevano tra di loro. «Infatti è un fallito», erano le risposte. Battute che ormai circolavano nell'istituto e che hanno fatto cadere il giovane in uno stato di prostazione. Sulla chat, per settimane, avrebbero vessato il loro compagno di banco per poi riservargli in classe scherzi e un clima ostile. Allo studente era stato pure fatto sparire un motorino e preparato un appostamento in cortile.
La preside, difesa dall'avvocato Armando Fergola, ha sempre respinto le accuse: «Sono stata messa a conoscenza di quanto era accaduto per la prima volta dai genitori del ragazzo. E dato che in un incontro mi hanno assicurato di voler denunciare, ho evitato di fare una ulteriore segnalazione all'autorità giudiziaria».