«Roma è considerata strategica per la
'ndrangheta. C'è qualcuno che addirittura ha detto 'Roma è il futurò». Lo ha detto il procuratore aggiunto della Dda di Roma, Michele Prestipino, parlando degli arresti avvenuti questa mattina per l'organizzazione criminale legata alla 'ndrangheta.
«C'è una presenza 'ndranghetista - ha aggiunto - allo stato non possiamo dire che sia organizzata sul territorio con una locale, ma è altrettanto pericolosa».
Sono una trentina i provvedimenti emessi questa mattina da Polizia e Guardia di Finanza, che stanno eseguendo diverse ordinanze di custodia cautelare nei confronti di presunti appartenenti ad un'organizzazione criminale operante a Roma e collegata ad alcune cosche della 'ndrangheta.
In particolare, l'indagine ha accertato la presenza a Roma di una 'ndrina che operava in collegamento con i referenti in Calabria, riconducibili alla cosca dei Pizzata.
L'organizzazione sarebbe responsabile anche di alcuni fatti di sangue che si sono verificati a Roma.
di Pizzata e il ferimento di un carrozziere, gambizzato a ottobre 2012, per aver mancato di rispetto a due membri di spicco dell'organizzazione. Nel corso
delle indagini è stato ricostruito e contestato anche un episodio di estorsione ai danni di un imprenditore con l'uso di armi da fuoco.
L'organizzazione criminale, dedita al traffico internazionale di droga, avrebbe più volte dato asilo a latitanti della 'ndrangheta nella capitale, fornendogli
case e si avvaleva per comunicare di strumenti internet e apparecchiature in grado di impedire le intercettazioni da parte delle forze dell'ordine.
Nel corso dell'indagine, coordinata dalla Dda di Roma, sono stati sequestrati complessivamente circa 600 chilogrammi di cocaina e hashish e diverse armi da fuoco. Ritrovato anche un «Codice di San Luca», il rito di affiliazione alla 'ndrangheta: gli appunti, contenuti in un quaderno opportunamente decifrato,
hanno svelato i contenuti e gli arcaici meccanismi procedurali che regolano il «rito di affiliazione», la cui veridicità fino ad ora, sottolineano gli investigatori,
«era sospesa tra la tradizione e la leggenda».
Insieme al "Codice di San Luca" tecnologie all'avanguardia per comunicare ed evitare le intercettazioni. Riti antichi e sistemi avanzati convivevano nell'organizzazione criminale attiva nella
Capitale. «Nel corso delle perquisizioni è stata trovata anche tanta tecnologia - ha detto Cosimo Di Gesù, comandante del Nucleo di polizia tributaria di Roma - cosa che dimostra l'evolversi della criminalità nei sistemi di comunicazione. Avevano anche sistemi per impedire le intercettazioni».
Agli indagati sono contestati, a vario titolo, diversi episodi di reato tra cui l'omicidio di Vincenzo Femia, avvenuto a Roma il 24 gennaio del 2013, alcuni ferimenti e diverse estorsioni.