'Ndrangheta, scoperta cosca a Roma: 31 arresti, trovati codici di affiliazione

'Ndrangheta, scoperta cosca a Roma: 31 arresti, trovati codici di affiliazione
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Martedì 20 Gennaio 2015, 08:21 - Ultimo aggiornamento: 22 Gennaio, 08:54

«Roma è considerata strategica per la

'ndrangheta. C'è qualcuno che addirittura ha detto 'Roma è il futurò». Lo ha detto il procuratore aggiunto della Dda di Roma, Michele Prestipino, parlando degli arresti avvenuti questa mattina per l'organizzazione criminale legata alla 'ndrangheta.

«C'è una presenza 'ndranghetista - ha aggiunto - allo stato non possiamo dire che sia organizzata sul territorio con una locale, ma è altrettanto pericolosa».

Sono una trentina i provvedimenti emessi questa mattina da Polizia e Guardia di Finanza, che stanno eseguendo diverse ordinanze di custodia cautelare nei confronti di presunti appartenenti ad un'organizzazione criminale operante a Roma e collegata ad alcune cosche della 'ndrangheta.

In particolare, l'indagine ha accertato la presenza a Roma di una 'ndrina che operava in collegamento con i referenti in Calabria, riconducibili alla cosca dei Pizzata.

L'organizzazione sarebbe responsabile anche di alcuni fatti di sangue che si sono verificati a Roma.

A quanto accertato dagli investigatori, Giovanni Pizzata, uno degli arrestati, aveva costituito un vero e proprio gruppo di fuoco a Roma. Tra gli episodi di cui si sarebbero resi responsabili, il ferimento di un marocchino ad Ardea, responsabile di aver occupato illegalmente una casa in cui viveva un amico

di Pizzata e il ferimento di un carrozziere, gambizzato a ottobre 2012, per aver mancato di rispetto a due membri di spicco dell'organizzazione. Nel corso

delle indagini è stato ricostruito e contestato anche un episodio di estorsione ai danni di un imprenditore con l'uso di armi da fuoco.

L'organizzazione criminale, dedita al traffico internazionale di droga, avrebbe più volte dato asilo a latitanti della 'ndrangheta nella capitale, fornendogli

case e si avvaleva per comunicare di strumenti internet e apparecchiature in grado di impedire le intercettazioni da parte delle forze dell'ordine.

Nel corso dell'indagine, coordinata dalla Dda di Roma, sono stati sequestrati complessivamente circa 600 chilogrammi di cocaina e hashish e diverse armi da fuoco. Ritrovato anche un «Codice di San Luca», il rito di affiliazione alla 'ndrangheta: gli appunti, contenuti in un quaderno opportunamente decifrato,

hanno svelato i contenuti e gli arcaici meccanismi procedurali che regolano il «rito di affiliazione», la cui veridicità fino ad ora, sottolineano gli investigatori,

«era sospesa tra la tradizione e la leggenda».

Insieme al "Codice di San Luca" tecnologie all'avanguardia per comunicare ed evitare le intercettazioni. Riti antichi e sistemi avanzati convivevano nell'organizzazione criminale attiva nella

Capitale. «Nel corso delle perquisizioni è stata trovata anche tanta tecnologia - ha detto Cosimo Di Gesù, comandante del Nucleo di polizia tributaria di Roma - cosa che dimostra l'evolversi della criminalità nei sistemi di comunicazione. Avevano anche sistemi per impedire le intercettazioni».

Agli indagati sono contestati, a vario titolo, diversi episodi di reato tra cui l'omicidio di Vincenzo Femia, avvenuto a Roma il 24 gennaio del 2013, alcuni ferimenti e diverse estorsioni.

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