«Un Natale con i rifiuti», a Roma emergenza senza sosta: gli impianti al collasso

«Un Natale con i rifiuti», a Roma emergenza senza sosta: gli impianti al collasso
di Andrea Bulleri e Mauro Evangelisti
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Giovedì 7 Dicembre 2017, 09:32 - Ultimo aggiornamento: 20:15

Rifiuti per strada nel ponte dell'Immacolata; rifiuti per strada per le feste natalizie. Il peggiore degli scenari si sta avverando. Ieri negli impianti di trattamento dell'Ama di Rocca Cencia e Salario si lavorava senza sosta: da una parte le lunghe file di camion madre, vale a dire i mezzi grandi a cui quelli più piccoli consegnano i rifiuti che poi vengono portati nei tmb per il trattamento; dall'altra i Tir che devono trasportare in altre regioni (negli inceneritori o nelle discariche), ciò che si produce dopo il trattamento. Il tentativo, quasi disperato, di Ama è quello di svuotare il più possibile i due tmb, per avere spazio per il ponte dell'Immacolata. Ma già oggi la situazione è molto complicata come dimostrano in ogni quartiere le immagini di rifiuti sui marciapiedi: notizie univoche da Tuscolano, Appio, quartiere Africano, Parioli, Prati, il blob dei rifiuti avanza. Natale Di Cola, di Cgil Funzione pubblica: «Se non arriva presto l'aiuto di Toscana e Abruzzo, tra meno di dieci giorni sarà emergenza conclamata». Lo stesso pensa Paolo Terrinoni della Cisl. Ma ormai a Roma non è solo un problema di futuro prossimo, ma di presente. Perché alla crisi di Ama si unisce la follia di una parte dei romani che abbandona gli ingombranti dove capita.

IL VIAGGIO
Alcuni esempi: l'inverno è alle porte, ma qualcuno deve aver pensato di non aver più bisogno del vecchio paio di sci. E così li ha lasciati accanto ai cassonetti di via Tommasini, zona Nomentano. Si avvista di tutto ormai sui marciapiedi, vicino ai secchioni dell'immondizia straripanti. Una sedia da ufficio, una poltrona di legno, una porta. In zona Policlinico, un cassonetto giace rovesciato sul marciapiede, il pattume sparso tutto intorno: «È uno schifo, è la seconda volta in dieci giorni, e ogni volta ci vogliono tre giorni per ritirarlo su», sbotta Paola, che abita nel palazzo di fronte. Qualcuno protesta con cartelli scritti a pennarello: «In attesa di ritiro Ama», si legge accanto a un vecchio ombrellone da spiaggia a terra da troppo tempo. Poco più in là, in piazza Bologna, decine di scatole di cartone fanno bella mostra accanto all'ingresso della metro. Ma c'è anche lo scheletro di una vecchia bici. Testaccio: il campionario di rifiuti si arricchisce ulteriormente: un materasso, un bidet, una pila di padelle da cucina. «L'altro giorno un'operatrice ha pulito anche tutto intorno ai cassonetti, avrei voluto offrirle il caffé», racconta un passante. C'è anche chi ha deciso di rimboccarsi le maniche, come i volontari dell'associazione Amici di Villa Leopardi: ogni sabato armati di pettorine e ramazze puliscono le strade del quartiere Trieste. «L'altro giorno racconta Massimo Proietti Rocchi, presidente dell'associazione stavo raccogliendo le foglie sui marciapiedi di via Anapo. Si avvicina un vigile e mi chiede di esibire l'autorizzazione. Voleva farmi la multa: a me, che raccoglievo i rifiuti».

 
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