Multe con twitter, la rivolta dei vigili
Polemica sull'idea lanciata dal comandante Clemente

Multe con twitter, la rivolta dei vigili Polemica sull'idea lanciata dal comandante Clemente
di Riccardo Tagliapietra
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Venerdì 20 Dicembre 2013, 12:35 - Ultimo aggiornamento: 12:38

Multe social, scoppia la polemica. L’idea del comandante della polizia locale Roma Capitale, Raffaele Clemente, di mettere in piedi una piccola squadra per raccogliere grazie a twitter le segnalazioni dei cittadini per divieti di sosta, doppie file e forse altro, non piace a tutti. I sindacati sono sul piede di guerra, con loro anche i cittadini abituati a sfanalarsi tra auto per segnalare l’autovelox. In un periodo di crisi e difficoltà finanziarie per molte famiglie, in una città che si è mal sviluppata, senza parcheggi e senza una vera politica efficiente del trasporto pubblico, con una segnaletica in molti casi da rivedere (le contestazioni mosse), l’idea del comandante di attuare lo «street control» non piace. E nemmeno l’intenzione di armare i vigili di macchina fotografica per immortalare le infrazioni «in corsa», trasformando il controllo del rispetto del codice della strada in una sorta di «industria dei verbali».

I LAVORATORI

«L’iniziativa del comandante Clemente lascia a dir poco sconcertati - spiega Luigi Marucci presidente nazionale dell’Ospol, uno dei maggiori sindacati di categoria - perché, anche a prescindere dagli aspetti più propriamente professionali del trasformare il cittadino in poliziotto ausiliario, rileva gravi rischi di violazione di legge». Secondo Marucci invitare il privato a pubblicare la targa di un automezzo su un social network com’è twitter, «porta ad una violazione della privacy del titolare dell’auto fotografata». Ciò si risolverebbe in una «gogna mediatica odiosa quanto inutile ed illegittima», continua il sindacalista «perché, da una parte non può attivare alcun intervento dell’autorità di polizia, potendosi trattare anche di un fotomontaggio e, comunque, non rilevata dal pubblico ufficiale direttamente, e quindi senza alcuna garanzia di autenticità, dall’altro, espone anche il cittadino “segnalatore” a querela o denuncia da parte di chi si vede in qualche modo esposto al pubblico ludibrio».

VIGILI «INUTILI»

Dubbi sull’efficacia di un sistema simile anche per Giancarlo Cosentino della Cisl, che insieme a Cgil e Uil, ha firmato una prima intesa con il sindaco Ignazio Marino per la riforma della polizia locale, che non prevede soluzioni di questo tipo. «Credo sia una follia giuridica», dice Cosentino e ironizza: «Con questo sistema potrebbe far risparmiare i 6mila vigili a Roma, potrebbe pure suggerire la sua formula alla polizia di Stato da cui proviene. Fare attività di pubblica sicurezza tramite twitter: è un’idea». Conclude Gabriele Di Bella della Fiadel: «I problemi del Corpo e della città non si possono certo risolvere con le denunce su twitter, prima di lanciare iniziative così bisognerebbe pensarci».

I RAPPORTI

Era trapelata tempo fa la notizia che il comandante avesse chiesto ai dirigenti di fare una ricerca sui vari componenti dei comitati di quartiere, per sapere chi fossero le persone che incontravano il sindaco, dopo una dura contestazione al Pigneto; un lavoro da poliziotto. È di ieri, invece, la richiesta di produrre una mappa della doppia fila. Lavoro da vigili. Così da poter programmare interventi immediati, «magari - aggiungono i sindacati riaprendo una vecchia ferita - da affidare agli ausiliari, visto che i vigili sono troppo pochi».

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