«Se paghi cancelliamo la multa»
Sotto accusa 20 tra vigili, tassisti
e funzionari dell'ufficio patenti

«Se paghi cancelliamo la multa» Sotto accusa 20 tra vigili, tassisti e funzionari dell'ufficio patenti
di Andrea Ossino
2 Minuti di Lettura
Martedì 4 Febbraio 2014, 05:11 - Ultimo aggiornamento: 12:19
E' lunga la lista dei reati per i quali, ieri, la procura ha chiesto il rinvio a giudizio nei confronti di venti persone, al termine di un'indagine condotta dal sostituto procuratore Attilio Pisani.



Secondo gli inquirenti, gli indagati avrebbero fatto sparire diverse multe e avrebbero concesso licenze per taxi e Ncc in cambio di denaro. Inoltre alcuni dipendenti avrebbero utilizzato in modo irregolare i badge che servivano a registrare le presenze negli uffici pubblici. A doversi difendere dalle accuse ci sono tassisti, autonoleggiatori, funzionari della prefettura, dell'ufficio patenti, vigili urbani ed anche un poliziotto, accusato di rivelazione del segreto d'ufficio.



LA VICENDA

La vicenda era venuta alla luce dopo la confessione di un tassista abusivo che non riusciva più a far fronte alle vessazioni continue di alcuni vigili. Il pubblico ministero Attilio Pisani aveva aperto un fascicolo e gli accertamenti eseguiti dalla Polfer, secondo la procura, avevano verificato che presso la prefettura, alcuni vigili, «a fronte del versamento di denaro», riuscivano a far «evitare l'irrogazione di sanzioni che avrebbero comportato il ritiro della patente», si legge nel capo di imputazione. In pratica, bastava pagare e spariva il reato commesso, con la relativa sanzione amministrativa. Gli agenti inoltre, durante le indagini, avevano anche piazzato diverse telecamere nascoste negli uffici della prefettura. Avevano quindi scoperto che alcuni impiegati, utilizzando in modo irregolare gli appositi badge, erano riusciti a trovare il modo di fregare il sistema informatico che rileva le presenze e le assenze dei dipendenti.



Secondo gli inquirenti, inoltre, un agente di polizia, che lavorava in prefettura, avrebbe cercato di agevolare gli indagati. L'uomo avrebbe riferito ai suoi colleghi notizie riservate sulle intercettazioni in atto, «rivelando così una notizia che doveva rimanere segreta». A maggio il giudice per le indagini preliminari, Massimo Battistini, deciderà se i venti indagati dovranno affrontare il processo.