Ritrovato il mosaico delle navi di Nemi sparito nel rogo nazista

Ritrovato il mosaico delle navi di Nemi sparito nel rogo nazista
di Fabio Isman
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Venerdì 20 Ottobre 2017, 08:13 - Ultimo aggiornamento: 27 Ottobre, 12:09

Ritrovata e recuperata dai carabinieri dell'arte buona parte dell'originario pavimento delle famose navi di Nemi, quelle dell'imperatore Caligola nel lago omonimo. Il grande frammento di mosaico, un metro e mezzo per ogni lato, era sparito dai tempi della guerra: quando i nazisti bruciarono il museo, di cui assai poco si è salvato. Prelevato da loro stessi? Chissà. Comunque, è stato recuperato a New York: da un collezionista. E ieri sera, con una cerimonia al locale consolato generale italiano, l'Ici, la dogana americana, lo ha restituito al ministro Dario Franceschini. La missione che ha svolto all'Onu, con Laura Boldrini, la presidente della Camera, per illustrare i caschi blu della cultura, non avrebbe potuto avere suggello più eclatante.
 

 

IL FRAMMENTO
Insieme al grande frammento del mosaico, gli Stati Uniti hanno consegnato anche alcuni vasi attici e apuli, già tra le fotografie di Gianfranco Becchina, e le cui fatture sono state trovate nel suo archivio, sequestrato a Basilea nel 2001. Uno, pare che fosse perfino al Metropolitan. E per queste indagini, si è molto speso pure Mattew Bogdanos, già ufficiale dei marines protagonista di importanti azioni un difesa dell'arte a Bagdad, e ora vice avvocato generale a New York. Anche se il merito maggiore dell'operazione va al Comando dei carabinieri per la tutela culturale: a New York c'era il generale Fabrizio Parrulli, che lo dirige.

La vicenda delle navi di Caligola è assai complessa. Dal 1929, cinque anni di lavoro per abbassare il livello del lago, e così recuperarle. La maggior operazione subacquea fino ad allora compiuta. Vittorio Morpurgo ne progetta il museo, tra il 1934 e il 1940; ma quattro anni dopo, ecco l'incendio nazista, la notte del 31 maggio. Il museo, dopo 10 anni di vita stentata dal 1953, è risorto dallo scorso agosto, con quanto rimane delle due navi recuperate dallo specchio di Diana. Non i rostri, che sono a Palazzo Massimo, al Museo nazionale Romano: erano stati portati nella Capitale prima delle fiamme calamitose, e quasi certamente dolose.

Le navi cerimoniali di Caligola sono un unicum: lunghe 70 metri e larghe oltre 20, erano adornate in modo assai ricco e (appunto) con i pavimenti in marmo, a mosaico. A bordo, oggetti legati al culto di Iside, che sono stati ritrovati. Il primo a tentare di riportarle a galla fu perfino Leon Battista Alberti nel 1446, incaricato da Prospero Colonna. Ma accadde soltanto cinque secoli più tardi; e dopo l'incendio, il pavimento mosaicato di uno dei vascelli non fu più ritrovato: altri settant'anni di buio. Ne erano rimasti soltanto un piccolo frammento, e le immagini, in bianco e nero, assai antiche: sono servite come guida, per il sensazionale recupero odierno, ancora coperto, tuttavia, da un segreto assoluto sui nomi e le modalità: si ignora quali e quanti passaggi di mano, da allora, quel pavimento abbia subito.
Ma certamente, quel mosaico è una tra le maggiori bellezze che le navi di Caligola possedevano. Si unirà, ora, a ciò che è rimasto di quanto fu ritrovato: una parteb di un timone a testa di leone con un anello tra le fauci; e una ghiera a forma di Medusa; transenne di bronzo lunghe oltre un metro; paste vitree e marmi lavorati; legno, chiodi, e altro ancora. Il pavimento recuperato è a cerchi e ovali, con una ricca tessitura. Chissà che strade ha percorso, da 70 anni a questa parte.

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