Roma, abusi e violenze sessuali nell'istituto per minori: in manette giovane boss

Roma, abusi e violenze sessuali nell'istituto per minori: in manette giovane boss
di Michela Allegri
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Sabato 21 Maggio 2016, 08:57 - Ultimo aggiornamento: 17:15

Era il capobanda, quello che guidava la gang, tra le mura di un istituto correttivo per minori sottoposti a misura cautelare, a Monte Mario. La banda dei "cattivi ragazzi" era composta da diciassettenni. Lui era di poco più grande: 18 anni compiuti da qualche mese. Insieme, obbligavano due compagni minorenni a ubbidire come schiavi, a sopportare umiliazioni, vessazioni, abusi. Ora, il baby boss è finito in manette. I suoi seguaci sono stati individuati un paio di mesi fa: due sono stati arrestati, un terzo è stato invece denunciato a piede libero. Gli inquirenti contestano al neomaggiorenne accuse che vanno dalla violenza sessuale di gruppo, alle minacce, alle lesioni. Fino alla riduzione in schiavitù, reato che per i minori è stato qualificato come stalking. Gli indagati hanno torturato le giovani vittime per mesi, senza che nessuno intervenisse. Gli operatori che avrebbero dovuto seguire i ragazzi non si sarebbero accorti di nulla. Anche loro sono stati iscritti sul registro degli indagati dalla pm Vittoria Bonfanti, che procede per omessa denuncia. Il sospetto della Procura, infatti, è che i responsabili del centro, pur intuendo la situazione, abbiano deciso di non segnalare le angherie all'autorità giudiziaria.
 
LE TORTURE
Per gli inquirenti, le torture si sono protratte dal 10 marzo a 7 aprile. Finché uno dei minorenni è finito al pronto soccorso dell'ospedale San Filippo Neri e ha sporto denuncia, dopo la segnalazione effettuata dai medici. Ha detto agli investigatori di aver raccontato a un'operatrice di essere stato picchiato. In tutta risposta, la donna gli avrebbe dato del bugiardo. Per il gip Carlo Caruso, che un mese fa ha disposto l'arresto dei primi componenti della gang, non ci sono dubbi: la denuncia è coerente, le torture sono documentate nelle cartelle cliniche. Il giudice sottolinea in più passaggi la carenza di vigilanza all'interno dell'istituto. I fatti si sarebbero «verificati lungo un ampio arco di tempo, il che pone seri interrogativi sui controlli nella struttura».
Nell'ordinanza, il giudice traccia un lungo elenco di orrori e di «sevizie raccapriccianti». I ragazzini sono stati torturati praticamente ogni giorno, più volte: pugni e calci, sigarette spente in faccia, sul corpo, sulle mani e sulla lingua, abusi sessuali di gruppo. «Una volta mi hanno spruzzato in bocca lo sgrassatore e mi hanno costretto a ingoiarlo» ha raccontato un minore. Il tutto, scrive il magistrato, è avvenuto «in un contesto che avrebbe dovuto offrire delle opportunità educative. I minori risultano invece aver subìto traumi gravi sotto ogni profilo».