Migrante rapina e distrugge un bar, poi molesta una barista: già libero

Migrante rapina e distrugge un bar, poi molesta una barista: già libero
di Marco De Risi
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Mercoledì 26 Luglio 2017, 07:57 - Ultimo aggiornamento: 11:40
È entrato in un bar del Quartiere Italia dove ha seminato il panico rompendo un bicchiere per poi servirsi di un coccio di vetro acuminato per prendere in ostaggio i presenti. L'individuo, come se fosse il titolare, ha aperto il frigo e si è scolato senza pagare alcune birre. Non solo: si è anche calato i pantaloni e ha insultato a sfondo sessuale una barista che terrorizzata si è nascosta dietro il bancone. Il rapinatore, un eritreo di 30 anni, è stato arrestato dagli agenti del commissariato Porta Pia, diretto da Anna Galdieri. I poliziotti hanno rischiato non poco per disarmare il trentenne che li ha affrontati con il vetro ed anche con un grosso chiodo da cantiere.

Il colpo al bar si è registrato nel primo pomeriggio di lunedì su un tratto di via Lorenzo Il Magnifico, a pochi metri da piazza Bologna. Ieri mattina, l'eritreo è stato portato davanti al giudice della Direttissima che ha convalidato l'arresto con le accuse di rapina aggravata, resistenza a pubblico ufficiale e ha anche condannato lo straniero ad un anno e sei mesi di reclusione ma poi ha sospeso la pena fino al processo vero e proprio. In pratica il rapinatore, arrestato in flagranza di reato, ha lasciato l'aula del Tribunale come un cittadino qualsiasi.

LA RICOSTRUZIONE
Gli investigatori hanno ricostruito la storia recente del trentenne che risulta essere stato censito a Lampedusa qualche anno fa. L'uomo, quindi, è stato un rifugiato che ha affrontato un viaggio drammatico (tragico per qualche suo amico) su un gommone per approdare nel nostro paese. Poi, però, risulta essere senza fissa dimora. Ha anche alcuni precedenti penali. L'uomo ha compiuto alcuni reati ed una volta fermato dalle forze dell'ordine ha dato delle generalità false. Almeno quattro gli alias diversi forniti a carabinieri e polizia. Ecco, quindi, che, sempre secondo gli inquirenti, sarà difficile rintracciare l'eritreo quando si terrà il processo considerato che non ha un domicilio.

Il trentenne è entrato nel bar di via Lorenzo Il Magnifico quando mancavano pochi minuti alle 15. «Si vedeva che era ubriaco ma anche violento - racconta un testimone - Ha bevuto alcune birre ma quando si è trattato di pagare il conto si è indispettito. Non so come ha fatto senza tagliarsi ma ha spaccato un bicchiere a terra e poi ha afferrato un pezzo di vetro appuntito con il quale ha minacciato il titolare. Non solo non ha pagato ma si è preso altre birre». Poi l'uomo ha inscenato uno spogliarello, calandosi i calzoni e rivolgendo pesanti apprezzamenti alla ragazza dietro il bancone. Sono passati pochi minuti prima dell'intervento della pattuglia della polizia. Ma gli agenti hanno dovuto tergiversare, instaurare una sorta di trattativa per non mettere a rischio la loro incolumità e anche quella dell'eritreo. Sembrava che le cose stessero andando per il verso giusto ma l'uomo ha estratto dalla tasca un chiodo di oltre 10 centimetri. Dopo una ventina di minuti si è verificato l'arresto. La polizia ha anche sequestrato il pezzo di vetro e il grosso chiodo. Pochi giorni fa, i carabinieri arrestarono cinque giovani che, a notte fonda, aggredirono a calci e pugni un ragazzo di 19 anni per prendergli il cellulare e pochi euro. Anche in questo caso il giudice per la Direttissima convalidò l'arresto ma sospese la pena, liberandoli.

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