Roma, «Mia moglie massacrata per 10 euro e un telefono»

Roma, «Mia moglie massacrata per 10 euro e un telefono»
di Alessia Marani
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Sabato 1 Ottobre 2016, 08:31 - Ultimo aggiornamento: 2 Ottobre, 09:32


Monteverde ha paura. Brucia la ferita di Pina, sessant'anni, massacrata di botte martedì pomeriggio da un nordafricano nel negozio del marito in via Rivaldi per 10 euro e il telefonino che erano nella borsa che le è stata portata via. Il marito Giacomo è ancora sconvolto: «Quel giovane è entrato con una scusa, ha chiesto del sapone: Savon, savon ripeteva in francese stentato e non spiccicava una parola di italiano. Mia moglie si è girata, non ha fatto in tempo a voltarsi che quello ha afferrato la borsa. E sa cosa è più grave? Che prima di andare via si è accanito su di lei che era sola, percuotendola, prendendola a calci, come una belva. Lei che è piccolina, che è un fuscello, che era inerme. Le ha rotto due costole, le ha provocato un trauma cranico e diverse ecchimosi. I medici hanno dovuto asportarle la milza. Basta o devo aggiungere altro?».
LA FIACCOLATA
Nel mirino i 450 rifugiati ospiti del centro di prima accoglienza della Croce Rossa di via Ramazzini. Ieri alle 18 trecento cittadini hanno preso parte alla manifestazione per dire no alla tendopoli per immigrati di fronte all'ingresso della Cri. A organizzarla il Comitato di quartiere per la sicurezza dopo un tam tam su Facebook tra solidarietà e accuse di «razzismo». Hanno sventolato le bandiere tricolori e uno striscione senza la firma esplicita di Casapound: «L'accoglienza che vogliamo è per il popolo italiano». I carabinieri stanno ancora lavorando per identificare l'aggressore. Ma molti nel quartiere sono convinti che l'autore possa essere tra i rifugiati. «Ci sono state molestie nei confronti di una 15enne, ora la rapina - ha detto il consigliere regionale Fabrizio Santori - se è così mancano i requisiti di sicurezza, il centro va chiuso».

Giacomo non ha partecipato alla fiaccolata. Era in ospedale, al San Camillo, accanto alla moglie. «Lì non sono andato perché c'erano troppi giornalisti», dice attorniato da amici e parenti. Giacomo vuole giustizia, inizialmente aveva persino messo una taglia da cinquemila euro sul fuggitivo, la belva nera, subito ritirata. «Perché l'importante è che mia moglie sia viva». Ora è spaventato. «Il quartiere è impazzito, il mondo è impazzito. Adesso vorremmo solo stare tranquilli, essere lasciati in pace, ma il telefono squilla in continuazione».

LE INDAGINI
I carabinieri di Monteverde e della compagnia Trastevere stanno proseguendo negli accertamenti. Ieri pomeriggio anche il Ris ha prelevato dal negozio l'Erbolario diversi reperti sui quali l'uomo potrebbe avere lasciato delle tracce perché l'idea è che non si tratti di un rapinatore professionista. I militari hanno passato al setaccio i negozi dell'area compresa tra via Ramazzini e la Gianicolense, facendosi consegnare i nastri delle telecamere di videosorveglianza di quel pomeriggio. Lo straniero potrebbe essere entrato anche in altre attività commerciali per chiedere prodotti o soldi. Anche il telefonino della donna è stato tracciato.