Roma, Metro A ferma: c'è l'ombra dello sciopero bianco, caccia ai sabotatori

Roma, Metro A ferma: c'è l'ombra dello sciopero bianco, caccia ai sabotatori
di Lorenzo De Cicco
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Martedì 31 Ottobre 2017, 07:45 - Ultimo aggiornamento: 11:56

In dieci hanno già ricevuto la contestazione disciplinare. Ma altri macchinisti della metro A potrebbero presto finire sotto procedimento. L'accusa è avere simulato o accentuato la gravità dei guasti dei treni per far saltare le corse. E creare il caos sulle banchine. Mentre l'Atac è impelagata in una procedura fallimentare dagli esiti incerti - i giudici attendono per fine novembre il piano di rientro - sulla più grande partecipata dei trasporti d'Italia si riallunga l'ombra dello sciopero bianco, del sabotaggio di alcuni conducenti per acuire disservizi già marcati ed esasperare il clima tra i passeggeri.
Il mese scorso 40 macchinisti della metro B avevano ricevuto un rapporto per avere rispedito i treni in deposito dopo il check che si fa di norma all'inizio del turno di guida. In gergo tecnico si chiama «scarto», quando il conducente si rifiuta di guidare un convoglio perché ha notato che qualcosa non va. Non tutti i malfunzionamenti, però, giustificano lo stop di un mezzo: una lampadina che funziona male, per dire, non ha lo stesso valore del bloccaporte difettoso, che metterebbe in pericolo la sicurezza dei passeggeri. C'è chi ha rimandato indietro un treno perché il vetro del parabrezza risultava leggermente corroso dai detersivi usati dagli addetti della pulizia. Ecco perché ora gli ispettori dell'Atac dovranno capire se, anche in metro A, i guasti dichiarati dai macchinisti fossero tutti effettivamente rilevanti o se qualcuno ha forzato la mano, per alimentare la protesta sotterranea contro il concordato preventivo deciso dai vertici dell'azienda e dal Campidoglio a guida M5S.

I BOLLETTINI INTERNI
Certo è che i guasti, negli ultimi mesi, sono aumentati. Il bollettino sullo stato del servizio diramato ogni giorno dalla municipalizzata, sempre più spesso annota «ritardi» causati dal «numero di treni circolanti inferiori rispetto al programmato». La linea A è ormai costretta a viaggiare con poco più della metà dei 33 treni che in teoria avrebbe a disposizione, e lo stesso vale per la metro B. E ora in azienda vogliono vederci chiaro.
Nel deposito di Osteria del Curato sono partite le prime 10 lettere di contestazione disciplinare. Alcuni macchinisti della metro A dovranno difendersi anche dall'accusa di avere utilizzato in modo scorretto il badge, l'odiatissimo cartellino che dal luglio 2015 va timbrato nei depositi a inizio e fine turno, e che ora la nuova governance vorrebbe far validare all'interno dei treni, per controllare le ore di guida effettiva dei conducenti.

LO SCONTRO
Ieri intanto, mentre in metro B si registrava l'ennesima giornata con le corse al rallentatore, a piazzale Preneste, all'incrocio con via Prenestina, un'auto è finita contro un tram. Per fortuna nessun ferito, ma fino a quando l'incidente non è stato risolto dall'intervento della Municipale, in centinaia sono rimasti intrappolati nel traffico impazzito.
 

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