«Sono più addolorato per Chiara che per mio figlio - dice Gianfranco Falcioni, il padre dell'imputato - se gli dovessero dare l'ergastolo sarò più contento, se lo merita per ciò che ha combinato. Certo, ho vissuto in prima persona con mia moglie ciò che conferma il medico, ovvero che la droga e l'alcol hanno distrutto la personalità di Maurizio. Ma quello che ha fatto è gravissimo, a Chiara voglio bene come a mia figlia che ha 25 anni».
Gianfranco continua a rivivere come un film della memoria quella terribile giornata.
«Sono malato di cuore e questa storia mi sta togliendo la vita» sussurra, e di dispera perché suo figlio non è pentito di quello che ha fatto.
L'UDIENZA
La pm Elena Neri ha chiesto il rito abbreviato per l'accusa di tentato omicidio e maltrattamenti. Il difensore di Falcioni, l'avvocato Luciano Randazzo, tenterà la carta del rito abbreviato subordinato, però, alla perizia psichiatrica per il riconoscimento dell'incapacità di intendere e volere da parte dell'assistito. Il beneficio dal riconoscimento del giudizio abbreviato potrebbe portare alla riduzione di un terzo della pena.
Lo staff legale dell'imputato ha già effettuato una perizia medico-legale, affidata allo psicologo Marco Tineri. Le conclusioni riassumono lo stato di Falcioni. «Ritengo - scrive il dottor Tineri - che il frequente abuso di sostanze (droga e alcol) non abbia fatto che peggiorare una struttura di personalità fragile già minata dalle condizioni sociali ed economiche precarie. All'interno di questa complessità è possibile presupporre che il signor Falcioni Maurizio al momento del fatto non fosse in grado di intendere e di volere».