Omicidio Vannini, i periti: «Se soccorso in tempo Marco poteva salvarsi»

Omicidio Vannini, i periti: «Se soccorso in tempo Marco poteva salvarsi»
di Gianni Palmieri
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Martedì 19 Dicembre 2017, 08:18 - Ultimo aggiornamento: 20 Dicembre, 00:00

Come anticipato da Il Messaggero, Marco Vannini poteva essere salvato. È questo l'esito della perizia super partes chiesta dai giudici della corte di Assise di Roma dove è in corso il processo per la morte del ventenne di Cerveteri, ucciso con un colpo di pistola a Ladispoli a casa della fidanzata la sera del 18 maggio di due anni fa.
Nell'udienza di ieri i periti, professori Antonio Oliva, Francesco Alessandrini ed Andrea Arcangeli, hanno stabilito che, se il ragazzo fosse stato soccorso tempestivamente, le conseguenze dello sparo non sarebbero state letali. A conferma di questa tesi, i consulenti del tribunale hanno anche posto l'accento sul fatto che Vannini è sopravvissuto per ben tre ore dopo essere stato ferito, dunque la fibra forte del ragazzo avrebbe permesso un esito molto diverso dal tragico epilogo della vicenda. Il dibattito si è soffermato anche sull'aspetto temporale dei fatti, secondo i periti un immediato trasporto del 118 al Posto di primo intervento di Ladispoli avrebbe permesso di trasferire Vannini al Gemelli di Roma in meno di in quarto d'ora con l'eliambulanza.

 

LE INDAGINI
Le risultanze della perizia, di fatto, confermano la tesi dei legali della famiglia Vannini che hanno sempre evidenziato come l'inspiegabile decisione della famiglia Ciontoli di non chiamare subito l'ambulanza sarebbe stata la causa della morte del giovane. Si aggrava dunque la posizione degli imputati Antonio Ciontoli che si è sempre addossato tutta la colpa, della moglie Maria e dei figli Martina e Federico, tutti accusati di omicidio volontario. Alla sbarra anche Viola Giorgini, fidanzata di Federico Ciontoli, accusata di omissione di soccorso. L'udienza è stata caratterizzata anche dalla richiesta degli avvocati di parte civile di ricostruire la sequenza dei fatti, con lo sparo che secondo i Ciontoli sarebbe stato esploso nel bagno, trasferendo il processo nella casa di via De Gasperi a Ladispoli. Il presidente Anna Argento ed il giudice a latere Sandro Di Lorenzo si sono riservati di comunicare la decisione nella prossima udienza, fissata per il 29 gennaio. I familiari di Marco Vannini considerano l'esito della perizia come la pietra tombale del processo.
«Per noi è tutto chiaro afferma la madre, Marina Conte mio figlio poteva essere salvato. Paghino per quello che hanno fatto al povero Marco».
 

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