Delitto Varani, Prato suicida in carcere, lo choc del papà di Foffo: «Pagherà solo Manuel»

Delitto Varani, Prato suicida in carcere, lo choc del papà di Foffo: «Pagherà solo Manuel»
di Alessia Marani
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Mercoledì 21 Giugno 2017, 07:54 - Ultimo aggiornamento: 08:11

«Ora è rimasto solo mio figlio. Il rischio? Che rimanga l'unico capro espiatorio di questo dramma che non conosce fine. Che il processo mediatico prenda ancora di più il sopravvento e che si decida di condannarlo in un modo piuttosto che in un altro sulla spinta del giustizialismo e non basandosi sugli atti, le indagini scientifiche e le testimonianze». Valter Foffo, papà di Manuel il trentenne rinchiuso a Rebibbia per il delitto di Luca Varani, ucciso con Marco Prato durante un festino al Collatino nel marzo del 2016, ieri mattina ha spento il telefono. «Mi stanno tartassando di chiamate, ma che posso dire davanti a quest'altro dolore? Ho saputo che Prato si è tolto la vita in carcere dalla radio - dice seduto nel suo ristorante romanesco ai Monti Tiburtini - è stato un colpo per me. Ma lo sarà stato a maggior ragione per mio figlio. Dietro le sbarre le notizie corrono veloci. Manuel non vedeva l'ora di affrontare Prato in tribunale, è determinato a difendersi, sta continuando i suoi studi di legge, studia il codice penale perché vuole uscire di galera e avere una seconda possibilità».

LA COCA E IL CARCERE
I Foffo attendono le motivazioni della condanna in primo grado di Manuele a trent'anni, che usciranno oggi. Poi si valuterà l'Appello. «Sia chiaro - afferma papà Valter -: in questa storia non ci sono innocenti, ma esistono diversi gradi di responsabilità. Ci sono genitori che soffrono e che non hanno colpe. E c'è il dramma di non potere fare più niente per tornare indietro. Io ci penso in continuazione a quel maledetto 31 dicembre in cui Manuel conobbe Prato. Si erano visti solo tre volte e Varani non l'aveva mai conosciuto prima di quella sera. Mio figlio era stravolto dalla cocaina, dopo sette giorni le analisi rilevavano ancora livelli di droga altissimi nel suo sangue: ben oltre quella che chiamano abbuffata di coca. Ma ha detto la verità, non si è mai tirato indietro di fronte alle sue responsabilità, io stesso l'ho praticamente fatto arrestare. Se avevo qualche dubbio su come sono andate le cose - continua - dopo avere letto gli atti e i verbali con 56 testimonianze, sono stato rincuorato: tutto coincide con il suo racconto. Si sono dette tante falsità, tutti quei colpi, addirittura più di cento, che sarebbero stati inferti alla vittima non ci sono mai stati. Il mondo di Prato non era il mondo di Manuel». Paura per Manuel in carcere? «È rinchiuso in una cella con altri sei detenuti, bene non sta. Ma lui è forte».

IL MESSAGGIO
Gaia Sebastiani, la fidanzata di Luca Varani, affida a Facebook un suo messaggio di composto dolore dopo il suicidio del pierre romano nel carcere di Velletri: «Una vita è una vita. Sono scioccata per quanto accaduto ... Solo due parole : silenzio e rispetto per il lutto delle famiglie. Grazie».
Timori per le condizioni di detenzione dei due imputati erano stati avanzati anche dalle parti legali. «La morte di Prato è una notizia tragica ma io per mesi, mandando fax e facendo istanze, ho segnalato il rischio a cui poteva andare incontro anche Manuel Foffo. Questa vicenda riapre la questione del controllo che alcuni detenuti devono necessariamente avere all'interno delle carceri», spiega l'avvocato Michele Andreano, ex difensore di Manuel Foffo.