Roma, maltrattamenti nel centro di riabilitazione: giovani disabili segregati nelle stanze e picchiati

Roma, maltrattamenti nel centro di riabilitazione: giovani disabili segregati nelle stanze e picchiati
3 Minuti di Lettura
Lunedì 8 Febbraio 2016, 07:39 - Ultimo aggiornamento: 9 Febbraio, 08:32

Picchiati, insultati, persino segregati nelle loro stanze. I carabinieri del Nas di Roma, insieme al gruppo carabinieri di Frascati, hanno eseguito 10 ordinanze di custodia cautelare emesse dalla Procura della Repubblica di Velletri a carico di altrettante persone nei confronti di dieci operatori e assistenti socio sanitari dipendenti del centro Eugenio Litta, un centro di Riabilitazione neuropsichiatrico di Grottaferrata (Roma), ritenuti responsabili dei reati di maltrattamento aggravato e sequestro di persona.

Gli arrestati  Sono Cosimo Carullo, accusato di maltrattamenti aggravti e sequestro di persona. Ai domiciliari, invece, sono andati Andrea Cacciotti, Maria Assunta Asci, Roberto Monteforte, Simona Mecozzi, Elena Ponzo, Rina Piersimoni, Alessandra Massimi, Maria Grazia De Paolis e Daniele Corsi, tutti accusati di maltrattamenti. Altre cinque persone coinvolte nella vicenda risultano invece indagate in relazione a un singolo episodio.

 


L’indagine ha inizio da denunce presentate nei primi mesi del 2015 dai vertici della società gestore della struttura relative a sospetti episodi di coercizione e lesioni accaduti all’interno di un reparto, dove erano ospitati 16 ragazzi, uomini e donne, di età compresa tra gli 8 e 20 anni (di cui 5 minori di anni 14), ricoverati stabilmente sulla base di un quadro clinico contrassegnato da ritardo mentale, epilessia e sindromi genetiche.
Le attività investigative, protrattesi per circa tre mesi e supportate anche da intercettazioni audio/video, hanno consentito di individuare significativi e reiterati episodi di rilevanza penale.

In particolare, dalle riprese si evince il frequente ricorso, da parte degli operatori, a strattonamenti, percosse ed insulti, utilizzati come illecito strumento di disciplina e vigilanza sui giovani pazienti che, peraltro, venivano costretti ad alimentarsi celermente con rischio di soffocamento, determinando la vanificazione dell’attività riabilitativa.

Le principali figure coinvolte nella vicenda -un Educatore Professionale ed un Assistente Socio Sanitario con Funzioni Educative- si sono distinte per atteggiamenti particolarmente autoritari e violenti, tanto da creare un sistematico e diffuso clima di terrore nei giovani ospiti. Proprio uno di essi è il soggetto destinatario della misura restrittiva in carcere poiché ritenuto responsabile anche del reato di sequestro di persona, per aver segregato tre pazienti disabili nelle rispettive stanze di degenza, impedendogli la possibilità di movimento. Nell’occasione, l’intervento notturno dei Carabinieri del NAS consentiva di interrompere la condotta delittuosa e provocava l’immediato allontanamento dell’operatore da parte dei vertici della struttura.

Nel corso delle indagini sono stati documentati diversi episodi di maltrattamenti commessi dagli altri operatori che, sebbene con ruoli minori, sottoponevano i ragazzi a soprusi e violenza fisica e verbale, quasi da ipotizzare una “consuetudine repressiva” adottata dal personale addetto a quel reparto.

«Ringrazio ancora una volta i carabinieri del Nas, che proseguono l'azione intrapresa oltre due anni fa quando ho istituito presso il ministero la task force contro gli abusi su anziani e disabili ospiti delle strutture socio assistenziali. Le indagini di Grottaferrata sono l'ennesimo risultato ottenuto grazie a uno sforzo quotidiano, che certifica le tante strutture che operano con rigore e smascherano questi teatri dell'orrore». È il commento del ministro della Salute,
Beatrice Lorenzin, sull'operazione dei carabinieri del Nas di Roma che stanno dando esecuzione a 10 ordinanze di custodia cautelare emesse dalla Procura della Repubblica di Velletri, a carico di altrettante persone responsabili dei reati di maltrattamento e sequestro di persona di giovani pazienti affetti da patologie neuropsichiatriche, ospiti di un centro di riabilitazione con sede nei Castelli Romani.

«La Regione Lazio si costituirà parte civile contro questi atti disumani», ha annunciato in un tweet il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA