Un errore nella diagnosi. Poteva essere evitata, secondo i giudici, la morte di Matteo Ferrante, il bambino di 6 anni del quarriere Montesacro, che nell'estate del 2011 era stato ricoverato d'urgenza nel reparto pediatrico dell'ospedale San Salvatore de L'Aquila mentre era in vacanza con la famiglia.

Una occlusione intestinale - è stata la conclusione dei periti - era stata scambiata per chetoacidosi diabetica, tanto che al piccolo era stata somministrata insulina. Ieri così il tribunale de L'Aquila ha condannato a un anno e tre mesi i quattro medici che hanno assistito il bambino, tra il 28 e il 29 luglio 2011, nelle ventiquattro ore di ricovero. I quattro camici bianchi, inoltre, dovrano versare una provvisionale di centomila euro alla madre, al padre e alla sorella del piccolo.

«L'autopsia prima e la perizia depositata in procura», hanno dichiarato gli avvocati di parte civile Pietro Nicotera e Paolo Rosati, «hanno evidenziato subito la responsabilità dei medici. L'ecografia aveva mostrato un versamento intestinale, sottolineato dal radiologo. Ma nonostante ciò il piccolo non era stato subito sottoposto all'intervento chirurgico. E' morto prima di essere sottoposto al secondo esame».