Mafia Capitale, rifiuti all'estero: le mire del clan

Mafia Capitale, rifiuti all'estero: le mire del clan
di Michela Allegri
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Domenica 21 Dicembre 2014, 06:04 - Ultimo aggiornamento: 22 Dicembre, 10:21

Dopo essersi assicurato il controllo di mezza città, il “pirata” Massimo Carminati aveva un nuovo piano: solcare i mari per portare all'estero i rifiuti di tutta Roma e guadagnarci sopra milioni di euro. Nel 2012, dopo essersi aggiudicati una commessa per gestire la raccolta differenziata, il Nero e i suoi complici - secondo quanto si legge in una informativa del Ros dei carabinieri - avrebbero tentato di accaparrarsi un maxi appalto dell'Ama per controllare il trasferimento dell'immondizia che dal porto di Civitavecchia doveva finire oltrefrontiera. Affari d'oro anche dall'immondizia, non solo sui nomadi.

IL RUOLO DI BUZZI

È il dicembre di due anni fa, quando la municipalizzata emette un bando per l'appalto relativo al trasporto della spazzatura dai centri di raccolta di Roma fino al porto di Civitavecchia, per poi stiparla su imbarcazioni dirette all'estero.

Carminati e Buzzi, il ras delle cooperative con entrature in tutti i partiti, sfruttano gli appoggi che hanno in Campidoglio per tenere sotto controllo la gara. Come scrivono gli investigatori, nell'affare risultano coinvolti Fabrizio Franco Testa, imprenditore legato al Cecato, che in questo caso fungerebbe da «intermediario con gli organi di Roma Capitale». Cioè, secondo l'informativa, Luca Gramazio, all'epoca consigliere comunale, l'ex capo dipartimento delle politiche sociali Angelo Scozzafava, e il capo della segreteria del sindaco Alemanno, Antonio Lucarelli. Anche Carlo Pucci, ex dirigente di Eur Spa, sarebbe stato interpellato: secondo gli inquirenti, avrebbe fatto da tramite tra Carminati ed Emilia Fiorani (non indagata, tuttavia), ex moglie del funzionario e amministratore delegato della "Treerre spa", una società che si occupa di raccolta dei rifiuti, e che nelle mire di Buzzi avrebbe potuto curare la fase del trasporto su strada da Roma alla cittadina portuale.

Ad occuparsi materialmente della questione è proprio il re delle coop. Il 12 dicembre 2012, intercettato, Buzzi telefona a Quintilio Napoleoni, direttore tecnico del Consorzio Raccolta Differenziata Roma, e gli chiede se potesse segnalargli qualche operatore interessato a partecipare alla «gara dell'Ama per il trasporto all'estero». Buzzi dice di aver già creato un'associazione temporanea d'imprese con «degli spagnoli che hanno le navi... mi serve qualcuno sui trasporti... prendere la monnezza da dove sta e portarla sulle navi».

L'UOMO DI BOLZANO

Napoleoni dispensa consigli e fa il nome di un imprenditore di Bolzano e che lavora anche in Germania: «Ho un amico carissimo specializzato in trasporti internazionali... Mi ha già detto: “So di questa cosa di Ama e sto all'erta perchè mi interessa molto”... Bisogna capire se vuole correre da solo oppure no”». Il dirigente promette di mettere una buona parola per Buzzi: «Gli dico: “Guarda che su Roma devi averci qualcuno che ti porta avanti la causa... ti ci metto in contatto”». L'affare sembra andare in porto. E Carminati mette pressione e telefona a Pucci: «Dobbiamo fare qualcosa... siamo pronti». L'interlocutore rassicura il boss: «Li hanno inseriti... per il trasporto, capito?». A fine dicembre i problemi burocratici sembrano risolti. Carminati comunica: «Abbiamo sistemato tutto».