Mafia Capitale, un video incastra Carminati «Così minacciò Caccia»

Mafia Capitale, un video incastra Carminati «Così minacciò Caccia»
di Adelaide Pierucci
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Martedì 6 Dicembre 2016, 18:28 - Ultimo aggiornamento: 7 Dicembre, 07:53

La telefonata di avvertimento alla vittima, l'ordine di precipitarsi alla pompa di benzina, l'incontro col capo e con lo «spezzapollici» e poi i commenti: «Piangeva». L'intimidazione e la reticenza, la doppia faccia della paura. Le modalità operative del clan capeggiato da Massimo Carminati per la procura di Roma sono tutte racchiuse in un video depositato ieri nel maxiprocesso Mafia Capitale. Un filmato di mezz'ora che fornisce un flash della vita nel distributore Eni di Corso Francia, quartier generale del gruppo, secondo il pm Luca Tescaroli, al quale si appoggiava, in caso di bisogno, ogni singolo associato.

 

IL CREDITO
Nel caso specifico Roberto Lacopo, il titolare, benzinaio e usuraio, che ha bisogno di recuperare 25.000 euro dall'imprenditore Bruno Caccia. Così visto che la vittima, ha case e macchinari (che fanno gola al clan), ma non soldi, e non paga, è necessario che gli arrivi il messaggio giusto. Il caso risale al giugno 2013, un anno e mezzo prima della retata. I Ros intercettano le chiamate e filmano l'incontro. Le facce serie, l'aria minacciosa, Carminati in un frame guarda in faccia la vittima. Che in aula poi negherà tutto: «Mai parlato con Carminati» tanto da ritrovarsi a sua volta indagato per le bugie raccontate. Dietro l'incontro, un sollecito. Lacopo, vuole che Caccia saldi, e chiede l'intervento di Riccardo Brugia. Il braccio destro di Carminati chiama dal gabbiotto la vittima e il tono è subito chiaro. «Non mi ridomandare chi sono» avverte Brugia, «Vieni da Roberto il benzinaro e capisci». Caccia è a Viterbo, si precipita. Poco dopo mezzogiorno «tutti gli associati hanno modo di interloquire de visu con l'imprenditore» annotano i carabinieri dell'anticrimine. Carminati entra e esce dallo shop, sembra coordinare a distanza l'incontro. All'appello ci sono Brugia, Lacopo, e Matteo Calvio, lo spezzapollici. Carminati si unisce.

IL FACCIA A FACCIA
E a un certo punto si ritrova da solo con Caccia davanti. Sembra che non parlino. Forse non è necessario. Brugia e Carminati poi commentano l'incontro. Brugia: «Gli ho detto se mi chiami un'altra volta per cognome mi alzo e ti uccido...Le guardie mi chiamano per cognome». Carminati è soddisfatto soprattutto per l'effetto su Lacopo: «Lui da solo non recupera manco i trecento euro...Io sono contento perché così lui capisce che da solo non va da nessuna parte...compà». Il video è stato trasmesso in aula. Ma Carminati non ci sta. Interviene dal carcere di Parma: «Presidente, volevo soltanto ribadire che non ho mai parlato con Bruno Caccia. Il fatto che sono stato trenta quaranta cinquanta secondi vicino a quel gruppo che parlava non significa che c'avessi parlato anche io».
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