Roma, «Sono malata», l'ex assessore Cattoi non testimonia per Mafia Capitale: ma il certificato era inventato

Roma, «Sono malata», l'ex assessore Cattoi non testimonia per Mafia Capitale: ma il certificato era inventato
di Adelaide Pierucci
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Giovedì 8 Dicembre 2016, 09:20 - Ultimo aggiornamento: 9 Dicembre, 18:54
Non si è presentata a testimoniare nel maxiprocesso a Mafia Capitale con la scusante di avere forti dolori addominali, ed ora rischia di finire sul banco degli imputati in un altro procedimento con l'accusa di falso ideologico perché il malanno è stato ritenuto inventato. Pugno duro della Procura con Alessandra Cattoi, l'ex assessore al Patrimonio del Campidoglio, amica personale e fedelissima del sindaco Ignazio Marino, citata come teste della difesa del consigliere Pierpaolo Pedetti. L'ex assessore, invece di presentarsi all'aula bunker di Rebibbia, per giustificare la sua assenza, aveva infatti inviato un certificato medico, suscitando l'immediata reazione della presidente del collegio Rosanna Ianniello che particolarmente seccata dai testi che marcano visita al processo ha fermato l'udienza e disposto all'istante un controllo mirato.
Il risultato: la visita ispettiva ha accertato che la testimone tutto sommato stava in salute. Non aveva nessun dolore pelvico-addominale che giustificasse il riposo per due settimane. Semmai il malore vero e recente legato a una cistite emorragica, era stato superato con una cura a base di antibiotici la settimana scorsa. Tanto è bastato a spingere il pm Luca Tescaroli ad ipotizzare l'apertura di un procedimento: «Le diagnosi formulate appaiono in contrasto» ha detto, «è astrattamente ipotizzabile una ipotesi delittuosa di falso». E il medico che aveva redatto il certificato è stato indagato per «falso ideologico».

LA DIAGNOSI
La stangata alla testimone è arrivata all'apertura dell'udienza quando il giudice ha letto in aula i risultati della «raccolta anamnestica» effettuata da un medico legale allertato tramite la Procura di Verona dove attualmente la Cattoi vive. «La paziente è vigile e deambula», si legge. E poi: «A domanda diretta risponde che il non essersi presentata all'udienza non deriva dalle problematiche pelviche di cui soffre da un paio di anni, ma a causa di una importante cistite emorragica per la quale si è sottoposta a terapia antibiotica per oltre sette giorni e terminata verso la metà della settimana corsa». «La signora Cattoi inoltre ha riferito di non sentirsi a tutt'oggi al meglio», precisa l'esperto. «Tuttavia allo scrivente non è stata esibita alcuna certificazione riguardo la recente patologia, ne' prescrizioni di medicinali». «Anche se» si conclude, «in subordine alla patologia pelvica menzionata potrebbe essere sconsigliato coprire un viaggio così lungo».

lE STRIGLIATE
L'ultima strigliata era toccata a Fabrizio Panecaldo. Dopo una assenza giustificata («sindrome parainfluenzale con disturbi gastrointestinali») e una ingiustificata (perché non si è presentato e basta) l'ex consigliere Pd è stato scortato in aula dai carabinieri su disposizione su ordine della Corte. Il prossimo che dovrà portare giustificativi è il prefetto Goffredo Sottile, lunedì testimone assente per la difesa dell'ex direttore generale di Ama Giovanni Fiscon, curata dall'avvocato Salvatore Sciullo. L'assenza motivata col contestuale intervento alla cataratta della moglie non è bastata alla Corte. Occorrono ora le attestazioni. Ha testimoniato in prima battuta invece ieri il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, tra il 2004 e il 2008 presidente della Commissione del Campidoglio incaricata di verificare il contratto di servizio con Ama. «Ama in quel periodo è stata sanzionata due volte», ha detto, «Con Fiscon un rapporto di conoscenza. La commissione era paritetica e Fiscon ne faceva parte».