Mafia Capitale, le prime cinque sentenze a dicembre con il rito abbreviato

Mafia Capitale, le prime cinque sentenze a dicembre con il rito abbreviato
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Lunedì 26 Ottobre 2015, 19:35 - Ultimo aggiornamento: 27 Ottobre, 15:35

Ci saranno a dicembre, quando il maxiprocesso sarà già entrato nel vivo, le prime sentenze su Mafia Capitale. Riguarderanno Daniele Ozzimo, ex assessore comunale alla Casa della giunta Marino, l'ex consigliere Massimo Caprari (Pd), Gerardo e Tommaso Addeo, collaboratori di Luca Odevaine, e Paolo Solvi, collaboratore dell'ex presidente del X Municipio (Ostia) Andrea Tassone, tutti accusati di corruzione.

Oggi il gup Alessandra Boffi ha accolto le loro richieste di giudizio abbreviato: ha fissato una prima udienza per il 26 novembre, entro la quale sarà acquisito agli atti, così come sollecitato dall'avvocato Luca Petrucci, difensore di Ozzimo, il testo di una mail scambiata dall'ex assessore con Salvatore Buzzi, ras delle Cooperative.

In quella stessa occasione il giudice si pronuncerà anche sulla richiesta di costituzione di parte civile presentata oggi dal Pd e da alcuni enti.

In particolare Ama, Assoconsumo, Roma Capitale, Regione Lazio e Cittadinanza Attiva. Il gup ha poi fissato un'altra udienza, 17 dicembre, per la discussione tra le parti e, se non sorgeranno ulteriori questioni, per la sentenza. L'accoglimento della richiesta di giudizio alternativo a quello ordinario è arrivato nella stessa giornata in cui il Tribunale del Riesame, rigettando un'istanza, ha confermato la misura degli arresti domiciliari per lo stesso Ozzimo.

Le nostre preoccupazioni si sono rivelate infondate - ha commentato l'avvocato Petrucci riferendosi all'acquisizione della mail - quindi riteniamo che si possa svolgere un processo sereno e questa è la nostra massima soddisfazione». Sempre a dicembre, esattamente il 21, è prevista la decisione dello stesso gup Boffi anche sulla richiesta di patteggiamento concordata dalla procura con i difensori di quattro ex dirigenti della cooperativa «La Cascina».

Sono Francesco Ferrara, Domenico Cammisa, Salvatore Menolascina e Carmelo Parabita. Le pene concordate vanno da due anni e otto mesi (Ferrara) a due anni e sei mesi di reclusione (gli altri tre). Tutti sono accusati di corruzione nei confronti di Luca Odevaine, già appartenente al Tavolo di Coordinamento Nazionale sull'accoglienza per i richiedenti e titolari di protezione internazionale, al fine di ottenere l'appalto per la gestione del Cara di Mineo.

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