Mafia Capitale, Buzzi e l'ex minisindaco di Ostia: «Tassone è mio»

Andrea Tassone
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Giovedì 4 Giugno 2015, 19:00 - Ultimo aggiornamento: 5 Giugno, 07:56
«Tassone è nostro, eh... è solo nostro... non c'è maggioranza e opposizione, è mio». È quanto affermato da Salvatore Buzzi - intercettato dagli inquirenti - riguardo ad Andrea Tassone, l'ex presidente del X municipio di Roma (Ostia), finito agli arresti su ordinanza del gip Flavia Costantini, nell'ambito dell'inchiesta Mafia Capitale. Tassone si dimise nel marzo quando il commissario del Pd capitolino Orfini denunciò la presenza della mafia sul litorale romano. «Abbiamo chiesto a gran voce un cambiamento perché Ostia non è come gli altri municipi. Ma fino a ora non c'è stato. Spero che il mio sacrificio e quello della mia giunta non sia vano», disse Tassone.



Secondo quanto riportato nell'ordinanza, destinata a 44 indagati, Tassone - grazie alla mediazione di Paolo Solvi - avrebbe ricevuto indirettamente denaro dal gruppo di Buzzi in cambio dell'assegnazione di un appalto. «Le indagini svolte - si legge nelle carte - hanno consentito di verificare l'esistenza, nel X dipartimento, di decisori pubblici remunerati dall'organizzazione riconducibile a Buzzi, Carminati e Testa.



In generale il sistema descritto dal gip è così strutturato:
«Le risorse economiche pubbliche erano originariamente stanziate dalla regione, attribuite al comune, che, in parte, le smistava ai municipi.
L'obiettivo dell'organizzazione era convogliare fondi regionali - stanziati con l'intervento del consigliere Gramazio, partecipe dell'associazione, dunque considerati fondi di pertinenza esclusiva del gruppo - attraverso i referenti politici (Quarzo e Coratti) e amministrativi (Altamura) del Comune di Roma, verso quei municipi i cui rappresentanti istituzionali piegavano la loro discrezionalità all'utilità dei soggetti economici riconducibili al gruppo di Buzzi, come nel caso del X municipio
».



In questo contesto, si legge ancora nell'ordinanza,
«il primo di tali fatti riguarda l'erogazione di somme di denaro verso Tassone, presidente del X municipio, attraverso il suo uomo di fiducia, Solvi, per remunerare assegnazioni di lavori per la potatura delle piante e per la pulizia delle spiagge a Ostia». «Promesse di somme di denaro» e «conseguenti erogazioni verso la coppia Tassone-Solvi» che, stando al gip, «avevano la funzione di remunerare l'attività funzionale del primo Presidente del X municipio, secondo una metafora enucleata da Buzzi, anche con riferimento al caso di specie, per la quale "se la mucca non mangia non può essere munta"».
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