Mafia Capitale, le intercettazioni cult

Mafia Capitale, le intercettazioni cult
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Giovedì 20 Luglio 2017, 15:33
«C'hanno paura di lui, che cazzo devono fare?». Il blob di Mafia Capitale inizia con Salvatore Buzzi intercettato, che magnifica le capacità persuasorie di Massimo Carminati, il quale gli ha fatto ottenere un incontro con il capo della segreteria del sindaco Gianni Alemanno. È il brano riferito dal procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone nella conferenza stampa che il 2 dicembre 2014, dopo la retata del Ros Carabinieri, rivela l'esistenza del Mondo di Mezzo. Con Carminati, il 'nerò, e il 'rossò Buzzi. Migliaia e migliaia di pagine e poi gli audio e i video delle conversazioni registrate dagli investigatori scoperchieranno il sottobosco della politica e del crimine romani, con frasi diventate 'cult' dal romanzo dell'inchiesta. Del resto Carminati stesso, intercettato, avvertiva: «Pignatone non gioca, rovescerà la città».

L'ex neofascista dei Nuclei armati rivoluzionari (Nar) parla del 'Mondo di Mezzò mutuandolo dal fantasy 'Il signore degli anellì di J.R.R. Tolkien per spiegare dove si ritrovano i colletti bianchi (Mondo di Sopra) e i criminali (Mondo di Sotto). «Ci sono i vivi sopra e i morti sotto e noi in mezzo - dice - C'è un mondo in cui tutti si incontrano, il mondo di mezzo è quello dove è anche possibile che io mi trovi a cena con Berlusconi...». Mondo di Mezzo che darà il nome all'indagine del Ros. Ma sulla strada «comandiamo sempre noi - dice Carminati al suo amico Riccardo Brugia parlando di una terza persona - non comanderà mai uno come te». Buzzi invece parla del business dei migranti da accogliere e dice che «il traffico di droga rende di meno». A ridosso di Capodanno in un sms scrive «speriamo che il 2013 sia un anno pieno di monnezza, profughi, immigrati, sfollati, minori, piovoso così cresce l'erba da tagliare e magari con qualche bufera di neve: evviva la cooperazione sociale».

La summa degli affari di Mafia Capitale oggetto d'inchiesta. «La mucca tu la devi mungere, però gli devi dà da mangià», dice ancora Buzzi. Il suo alter ego e dominus, il «cecato» Carminati, lo esorta in un altro dialogo a «mettersi la minigonna» e ad «andare a battere con questi», cioé ingraziarsi la nuova giunta di Ignazio Marino. E Buzzi impara subito la lezione dell'economia bipartisan: «Se vinceva Alemanno ce l'avevamo tutti comprati», dice quando Marino diventa sindaco, ma dopo qualche tempo aggiusta il tiro e riflette: «Lui (Marino) se resta sindaco altri tre anni e mezzo col mio amico capogruppo se magnamo Roma».

È quasi sempre l'ex terrorista nero a pronunciare le frasi più emblematiche, al confine tra cronaca e fiction. «M'hanno chiamato re di Roma, Er Cecato, il Nero di Romanzo criminale, il Samurai di Suburra, ma non scherziamo! - dice Carminati citando inchieste giornalistiche e narrativa - Nel mio ambiente queste cose ti rendono ridicolo, non ti danno potere».
Ma in un'altra occasione si vanta: «È il re di Roma che viene qua». E snocciola la sua filosofai spiccia: «Questi consiglieri comunali devono stà ai nostri ordini. Ma perché io devo stà agli ordini tuoi? Te pago, ma vaffa...».
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