Mafia Capitale, dirigente del Comune accusa: «Nieri ostacolò i controlli sui residence»

Mafia Capitale, dirigente del Comune accusa: «Nieri ostacolò i controlli sui residence»
di Cristiana Mangani
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Giovedì 11 Giugno 2015, 05:44 - Ultimo aggiornamento: 09:25
Godono di case del Comune avendo un reddito ben superiore ai 18 mila euro l'anno. Una situazione che riguarderebbe il 40 per cento di chi abita negli alloggi messi a disposizione dall'amministrazione cittadina. E a raccontare che, dietro queste emergenze, ci sono operazioni mirate a vantaggio di Salvatore Buzzi, è un testimone importante: Aldo Barletta, entrato in Comune nel 1987 come impiegato, e nominato nel luglio del 2014 dirigente del Dipartimento politiche abitative. Il giorno 24 febbraio del 2015, l'uomo viene sentito dai pm Paolo Ielo e Luca Tescaroli, e apre uno scenario che lascia intravedere accordi, combine, favoritismi.

Chiedono i pm: «A sua notizia, l'assessore Ozzimo interveniva nelle questioni del Dipartimento politiche abitative?» E il dirigente: «Certamente, interveniva interloquendo con Ciminelli, il dirigente sulle politiche generali del Dipartimento. Non ho notizie di specifici interventi se non sulla vicenda dello sfratto di via delle Acacie e via Tuscolana». I magistrati insistono: «Vuole riferire delle gare indette tra luglio e agosto del 2014 relative all'emergenza alloggiativa?». Barletta entra nel merito: «A seguito della delibera di giunta n.150 del 22 maggio del 2014 che autorizzava la prosecuzione dei rapporti in essere per le emergenze nel settore alloggiativo, venne indetta una procedura negoziata alla quale vennero invitati numerosi operatori, circa 15, molti dei quali presentarono manifestazioni di interesse». Inutile dire come andarono le cose: scomparsi tutti i candidati, rimasero solo Buzzi e soci. «Al momento della presentazione delle offerte - conferma il testimone - per l'emergenza dei 580 l'offerta la presentò solo la Eriches, per Valcannuta-Montecarotto l'Ati Domus Caritatis/Eriches, per Borgo del Poggio la Cooperativa progetto recupero». Tutte cooperative solite fare “cartello” tra di loro, legate da diversi affari in comune.

IL FALSO

L'atto di accusa diventa ancora più pesante quando il dirigente spiega che un'operazione di controllo per le verifiche abitative, messa in campo dal suo ufficio, sarebbe “vittima” di un certo ostruzionismo. «Appena ieri - spiega - mi sono recato dai carabinieri per raccontare quanto sta accadendo. Stiamo facendo accertamenti a tappeto sui residence e stiamo verificando che, per ogni residence, il 40 per cento di media non ha diritto a rimanervi, anche perché vi sono residenti con redditi di gran lunga superiori ai 18 mila euro, massimo previsto dalla normativa di settore. Questa cosa - aggiunge - sta profondamente incidendo sulla situazione di potere che varie associazioni esercitano sul posto».

C'è anche un ultimo particolare che aggiunge e riguarda l'assessorato alle risorse umane. Per il dirigente non sono interessati alle indagini sulla presunta truffa dei residence. Tanto che dice: «Gli ho più volte inviato richieste di personale ma non ho mai avuto alcuna risposta in cambio. Aggiungo che il dipartimento in questione, che rientra nella competenza dell'assessore Nieri, al contrario, ha decurtato gli straordinari per il dipartimento. E questo non può che riflettersi anche sull'attività di controllo di cui vi ho già parlato».



LO “STIPENDIO”

Un diverso uso delle case sembra aver fatto, invece, Luca Odevaine. Nel verbale di dichiarazioni spontanee reso ai pm, l'ex vicecapo di gabinetto di Veltroni, tenta di convincere i magistrati che quei 5 mila euro mensili percepiti da Buzzi, altro non erano che l'affitto di due appartamenti nei pressi del Colosseo. Odevaine aveva preso in locazione quasi l'intero immobile da una nobildonna romana, ci viveva la sua famiglia. Ne avrebbe dati due a Buzzi per qualche mese per questioni legate all'emergenza abitativa, poi erano tornati in suo possesso, anche se “lo stipendio” gli è rimasto per 24 mesi. «Prendevo quei soldi per il mio ruolo da “facilitatore” - ha motivato - aiutavo le coop con aziende e istituzioni».