Mafia Capitale, dossier del 2003 su Carminati: ma è giallo sull'invio alla polizia giudiziaria

Mafia Capitale, dossier del 2003 su Carminati: ma è giallo sull'invio alla polizia giudiziaria
di Sara Menafra
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Martedì 14 Luglio 2015, 05:59 - Ultimo aggiornamento: 09:22
Già nel 2003, ovvero 12 anni fa, i nostri servizi segreti avevano notato le rendite floride del “Nero” Massimo Carminati. Sapevano del benzinaio sulla Cassia, di attività economiche intestate a prestanome, di un'auto di grossa cilindrata che guidava con noncuranza sebbene risultasse “nullatenente”. Lo misero nero su bianco e, forse, ne informarono la polizia giudiziaria. Ma non accadde nulla. E il problema è che di questo invio non c'è traccia negli archivi del Dipartimento informazione per la sicurezza né in quelli dell'Aisi, il servizio segreto interno. Anche di questo si parlerà oggi pomeriggio, nel corso dell'audizione del procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone da parte del Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti, per capire se la procura di Roma abbia mai ricevuto la segnalazione in questione, veicolata dalla polizia giudiziaria.

AUTO DI LUSSO E RISTORANTE



Un mesetto fa, il Comitato parlamentare di controllo sui servizi ha ricevuto dall'Aisi, su indicazione del sottosegretario con delega all'intelligence Marco Minniti, 4000 pagine di documenti riguardanti tutti gli atti dei nostri servizi segreti che toccassero in qualche modo i protagonisti dell'inchiesta romana Mafia Capitale (l'indagine che ha individuato la rete mafiosa che avrebbe pesantemente inquinato le ultime amministrazioni romane). Quei documenti erano la risposta ad una richiesta avanzata dal comitato parlamentare già a dicembre, anche perché nella prima ordinanza di custodia cautelare si accennava, senza meglio specificare, a rapporti tra i servizi segreti e Carminati.



Ecco, tra i documenti arrivati al Comitato ce n'è almeno uno interessante. È l'ultimo vero e proprio dossier che i servizi italiani, allora Sisde, abbiano dedicato al Nero. Trenta pagine zeppe di fotografie frutto di un pedinamento in piena regola in cui si identifica il benzinaio di via Cassia (che poi si scoprirà essere la sua base operativa) come luogo di interesse economico, si evidenzia l'uso abituale da parte di Carminati di una bellissima Ferrari, intestata ad un nullatenente, come formalmente nullatenente era lo stesso boss. E si parla di alcune attività commerciali che sarebbero state già allora riconducibili all'ex Nar con frequentazioni negli ambienti della Banda della Magliana, a cominciare dal ristorante «Al Frate», fino a pochi mesi fa intestato a Riccardo Brugia, considerato il luogotenente “militare” (è con lui che discute di dove nascondere le armi) di Carminati ma che all'epoca sarebbe stato di proprietà di un parente del boss. Proprio «Frate», del resto, era il titolo dell'informativa così dettagliata. Come conferma chi ha potuto leggere il contenuto dell'atto ancora coperto da segreto, gli agenti del Sisde spiegavano anche che tutte queste attività economiche non sembravano avere alcuna attinenza con azioni di terrorismo o finanziamento di gruppi terroristici. E concludevano dunque che le informazioni sarebbero state comunicate alle autorità competenti, ovvero alla polizia giudiziaria, che avrebbe poi valutato se proseguire negli approfondimenti ed in che forme. Di certo, da quel momento in poi, il Sisde interrompe i veri e propri pedinamenti di Carminati, citandolo solo con atti ”storici”.



DUBBI SULLA SEGNALAZIONE



Se davvero quel documento sia stato consegnato alla polizia giudiziaria, e a quale e quando, è tutto da chiarire. Negli atti non è stata rintracciata neppure una nota che dia conto dell'invio formale del testo. Un elemento che potrebbe essere sottoposto ad ulteriori accertamenti, anche se i servizi non sono obbligati a segnalare cose di questo tipo all'autorità giudiziaria. Resta però un dubbio: qualcosa poteva essere fatto prima del 2014, prima che Mafia Capitale divenisse la delegata del Comune di Roma a gestire servizi importanti come quello del Verde pubblico, l'emergenza abitativa, i piani di accoglienza dei migranti, e bussasse alla porta del Viminale?