LA CONFISCA
Il locale era stato confiscato alla mafia dopo l'omicidio di Emidio Salomone l'ultimo boss della Banda della Magliana sul litorale, freddato con due colpi di pistola proprio davanti all'ingresso della sala giochi. E dal 2011, affidato all'associazione. Tre anni dopo, il Comune se lo riprende. La giustificazione degli uffici capitolini fu lo stato di degrado dello stabile che il Campidoglio avrebbe accertato a seguito di verifiche. In realtà la struttura era già interessata da lavori di ristrutturazione e quel sopralluogo da parte dell'amministrazione non c'è mai stato. Anzi, l'immobile era stato addirittura inaugurato alla presenza di alcuni assessori a suggellare un messaggio di legalità per quel bene sottratto alla mafia. A firmare il provvedimento di revoca era stato il direttore dei servizi sociali del Comune Isabella Cozza, il cui nome oggi compare più volte nelle carte del filone giudiziario “Mondo di Mezzo”. La dirigente, già allontanata dal sindaco Marino nel marzo scorso, secondo i pm avrebbe ottenuto quell'incarico attraverso un'azione «riconducibile al sodalizio mafioso», come scrive il gip nell'ordinanza per l'applicazione delle misure cautelari nei confronti di Carminati e Buzzi.
NUOVA LUCE
«Avevamo intuito che c'era qualcosa che non andava – dice Ilde Plateroli, presidente dell'Anffas- e non ci spiegavamo tutto questo accanimento contro di noi. Oggi leggiamo quel tentativo di revoca in un'ottica diversa. Volevano mettere le mani sulla nostra struttura. Ma come si può inventare di sana pianta un'ispezione del Comune che non c'è mai stata?». Sul sopralluogo fantasma si stanno concentrando le indagini dell'autorità giudiziaria a cui Anffas si è rivolta più volte. Gli inquirenti stanno lavorando per accertare l'ipotesi di falso in atto d'ufficio. Isabella Cozza era arrivata ai servizi sociali capitolini pochi mesi dopo l'insediamento del sindaco Marino. «Ce l'avemo messa noi, ahò», dice Franco Figurelli, ex capo della segreteria del presidente dell'assemblea capitolina a Salvatore Buzzi, ras della cooperativa 29 giugno e braccio destro di Carminati. in una telefonata intercettata dai Ros. Secondo quanto scrive il gip nell'ordinanza «la sua nomina risulta comunque riconducibile agli interessi del sodalizio, tanto che Figurelli rassicurava che la dirigente nominata era una «persona fidata».