Rosy Bindi e l'attacco al sindaco Marino: «Mafia Capitale dialogava anche con voi»

Rosy Bindi e l'attacco al sindaco Marino: «Mafia Capitale dialogava anche con voi»
di Mauro Evangelisti
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Giovedì 18 Dicembre 2014, 17:58 - Ultimo aggiornamento: 19 Dicembre, 17:52

«La mafia è innegabile che ha avuto rapporti politici anche con la sua giunta» ha detto, senza troppa diplomazia, Rosy Bindi, presidente della Commissione antimafia al sindaco Ignazio Marino.

Lo scontro è andato in scena ieri sera, nel corso dell’audizione di oltre due ore del primo cittadino della Capitale. Ha avuto toni imprevedibilmente aspri, anche se questa mattina Marino ha tentato di ridimensionare il caso: «In Commissione antimafia non c'è stato alcun battibecco con Rosy Bindi, io ho soltanto illustrato le attività che abbiamo cominciato a svolgere insieme al presidente dell'anticorruzione Cantone». Ma in un’intervista all’Espresso la Bindi insiste sulla necessità di aumentare i controlli sulle cooperative: «È nel Dna delle cooperative il rapporto con la politica e la pubblica amministrazione. Per questo la vigilanza deve essere più serrata».

Ma torniamo al duello Marino-Bindi di ieri sera, che ha avuto al centro i rapporti tra Campidoglio e la Cooperativa 29 Giugno di Salvatore Buzzi.

Di fronte al sindaco che ha spiegato di avere fermato gli affari di Mafia Capitale che invece avrebbero avuto impulso durante l’amministrazione Alemanno, la Bindi ha ribattuto: «La mafia si è insediata e ha fatto il salto di qualità con Alemanno ma è innegabile che ha avuto rapporti politici anche con la sua giunta». Marino: «Non c'è nessuno nella mia amministrazione indagato per associazione mafiosa». Bindi: «Chi è indagato per corruzione in un'indagine per mafia è comunque un interlocutore e forse il terminale o l'arma impropria che viene utilizzata» (il riferimento è all’ex assessore Ozzimo e all’ex presidente del consiglio comunale Coratti).

Di nuovo la Bindi:«Lei esclude che Buzzi abbia finanziato la sua campagna elettorale?». Marino: «Assolutamente no. Lei non me l'ha chiesto e io non lo ho escluso e anzi lo affermo: Buzzi ha finanziato la campagna elettorale e quei soldi sono soldi regolarmente denunciati alla Corte dei Conti». Bindi:«Il guadagno che veniva fuori dalle cooperative e che poi finiva in tangenti, questo denaro pubblico in gran parte è sotto il controllo dell'amministrazione comunale. La domanda è semplice: chi doveva controllare?». Marino: «Noi abbiamo cercato di imporre all'interno dei campi la legalità con gli strumenti di cui disponevamo». Bindi: «Lei alla domanda "perché non avevate controllato le cooperative di Buzzi" non mi ha risposto». Marino: «Io mi ero accorto che molte cose non andavano bene, tanto è vero che il primo atto che ho fatto è stato scrivere al ministro dell'Economia per chiedere di mandare la Finanza, gli ispettori, per controllare tutti i contratti e tutti i libri del Campidoglio». Marino e Bindi sono entrambi del Partito democratico.

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