LEI, PENSIONATA ASL
Paola Borghi, una donna corpulenta, con i capelli corvini, era ben voluta da tutti. «Una persona colta, impegnata in politica, che non faceva mistero di essere preoccupata per la salute del figlio - raccontano i clienti al Bar Abama di via Muzio Scevola -. Il figlio non stava bene, lei diceva che gli avevano sbagliato la cura, soffriva per questo». «Paola ogni mattina veniva al bar - racconta il titolare - Si prendeva il latte, un cornetto e stava seduta per più di un'ora a leggere Il Messaggero. Faceva così da quando era in pensione. Martedì mattina - prosegue il titolare - l'ho sentita parlare al telefono per più di un'ora con un dottore. Mi ha detto che era un professore dell'Umberto I. Un suo amico, in quanto lei era stata funzionario alla Asl. Diceva che era preoccupata per la salute di Lorenzo, forae qualcosa di grave al fegato. Chiedeva un ricovero per il figlio». «Paola era allarmata - aggiunge un cliente - diceva che al figlio avevano sbagliato cura ma non so se si riferiva a problemi psicologici o fisici».
LUI, MAGO DEL COMPUTER
«Lorenzo era un mago dei computer - aggiunge un conoscente - sarebbe stato assunto fra poco da un'azienda e la madre era contenta per lui. Quel ragazzo parla come un libro stampato. Usa dei vocaboli precisi, un italiano perfetto, forse un pò maniacale». La polizia ha sequestrato tre pc portatili nell'abitazione dell'omicidio il cui contenuto sarà esaminato dagli esperti della Scientifica. Poco tempo fa Lorenzo e la madre erano stati insieme ad una visita guidata ad Ercolano. E anche altre volte la madre portava insieme a lei il figlio a vedere i monumenti. «Si vedeva che quel ragazzo era inquieto - racconta un testimone che ha partecipato alle visite guidate - Faceva fatica a socializzare. Insomma si capiva che aveva dei problemi. E la madre non gli faceva mai mancare il suo amore».