«La relazione della signora col prete era sulla bocca di tutti nel quartiere», ha detto una testimone. «Un adulterio svolto in forma pubblica» ha sottolineato il giudice Carmela Chiara Palermo nelle motivazioni della sentenza. Un amore nato all'oratorio di una chiesa all'Alessandrino nel 2008 e andato avanti indisturbato per anni, almeno fino al 2012. La signora, sposata e madre di due bambini, pur di stare con don Vito era arrivata ad occuparsi di tutte le attività della parrocchia, dal catechismo alle gite fuoriporta. Il marito sempre più insospettito dal suo allontamento progressivo aveva deciso di farla pedinare a più riprese da investigatori privati che poi lo aggiornavano con report sempre più dolorosi.
La catechista e il prete erano stati pizzicati più volte in centro mentre passeggiavano mano nella mano o si baciavano. O fuori porta dove trascorrevano week end romantici. Uno choc per il marito tradito considerato che il sacerdote aveva celebrato la comunione dei figli e benediceva la casa a Pasqua e a Natale. L'avvocato Giuseppe Di Nardo che lo assiste da anni sperava di ottenere pure un risarcimento dal sacerdote. Ma il giudice ha riconosciuto solo la responsabilità della moglie. Il prete non aveva doveri di fedeltà. Almeno non di natura coniugale.