Licenze facili nei depositi bus: dossier di fuoco alla Finanza

Licenze facili nei depositi bus: dossier di fuoco alla Finanza
di Lorenzo De Cicco
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Mercoledì 31 Agosto 2016, 09:05
Mentre si infiammava lo scontro con i vertici del Campidoglio sui fondi per la manutenzione e le presunte «ingerenze» sulle nomine interne, il direttore generale di Atac, Marco Rettighieri, ieri era dalla Guardia di Finanza. A consegnare l'ennesimo faldone di documenti per continuare quell'opera di pulizia che lo ha portato a presentare sei esposti in Procura su sprechi e malcostumi della più grande partecipata del Trasporto pubblico d'Italia. L'ultimo capitolo lo ha aggiunto ieri. E riguarda centinaia di permessi di assenza firmati in bianco dai responsabili dei depositi. Il nome veniva aggiunto dopo.

LE RIMESSE
Il nuovo scandalo riguarda le rimesse degli autobus. È qui che sarebbero stati trovati centinaia di fogli già precompilati e firmati dai coordinatori. Chi ne avrebbe usufruito - lasciando sguarnito il turno senza perdere un euro dalla busta paga - non era precisato; il campo lasciato libero, ancora da riempire.
Licenze facili insomma, distribuite senza nessun controllo, finendo quindi anche nelle mani di chi non ne avrebbe avuto alcun diritto. Dopo un'inchiesta interna, il manager ha deciso di rivolgersi direttamente alla Procura. E ieri, su questo tema, è stata presentata un' integrazione alle Fiamme gialle.
 

Già prima di Ferragosto, la Finanza si era presentata nel quartier generale dell'Atac in via Prenestina. In quel caso, sotto la lente della Gdf erano finiti i distacchi sindacali, altro filone di cui si stanno occupando i pm di piazzale Clodio. I finanzieri hanno acquisito i fascicoli personali di 45 dipendenti, tutti risultati in permesso senza autorizzazione, almeno secondo quanto ricostruito da un'altra indagine interna dell'azienda. Tanto che i sindacati coinvolti, per evitare il licenziamento dei propri attivisti, hanno riversato nelle casse di via Prenestina 400mila euro di rimborsi.

LA GARA
Ma per i sindacati del Tpl romano ora è in arrivo un'altra stangata: l'attività delle mense aziendali verrà messa a gara. Un business da 4 milioni di euro che per quarant'anni è stato gestito da un'associazione, il Dopolavoro, controllata da Cgil, Cisl e Uil. Senza un contratto né un'ispezione sui pasti effettivamente erogati ai dipendenti. Altra questione portata da Rettighieri in Procura.
Subito dopo il giro d'affari è stato smobilitato. L'accordo con le sigle confederali è stato disdetto a metà giugno. E ora la partecipata comunale è pronta a ufficializzare l'avvio di una selezione pubblica che metterà sul mercato il servizio. Al miglior offerente.

Senza l'appalto, l'azienda ha già fatto sapere che procederà con il taglio lineare di oltre 5mila ore di permessi interni. Distacchi assegnati a quei lavoratori che fino ad oggi sono stati impegnati, per conto della Triplice, ad amministrare le strutture di refezione. La comunicazione dell'azienda è già partita a luglio, con parole molto chiare: «Per effetto di questo provvedimento - si legge nella circolare - si intendono cessate tutte le agibilità sindacali inerenti i suddetti accordi». A qualche dipendente, ora toccherà salire nella cabina di guida di un bus.