«Tante storie tante situazioni si affollano nella mente di ciascuno di noi, di chi ha condiviso il disagio di tante persone e dei nostri fratelli rom - ha proseguito - Nel nome delle tante famiglie che popolano i nostri quartieri vivi ma difficili da vivere per aiutare le giovani vite ognuno prendendosi le proprie responsabilità cominciamo a chiamare le cose con il proprio nome, ad avere il coraggio della verità. I campi rom sono dei non luoghi, così come tanti agglomerati popolari dove si accatastano miserie su miserie. Le accuse postume non servono, l'unica cosa che serve è unire le nostre forze, le forze sane. Basta conflitti ideologici, mettiamoci in gioco perché nessun bambino soffra violenza o addirittura muoia in maniera devastante. Usciamo dalla chiesa con l'impegno chiaro e preciso che faremo di più perché i piccoli non soffrano o soffrano meno, ad agire tutti insieme perché nessuno bambino sia più crocifisso in nessuna parte del mondo».
(Foto Cecilia Fabiano/Toiati)