Roma, neonata morta alla Fabia Mater: manomessa la cartella clinica

Roma, neonata morta alla Fabia Mater: manomessa la cartella clinica
di Michela Allegri
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Giovedì 24 Novembre 2016, 08:40 - Ultimo aggiornamento: 09:33
La piccola Matilde è morta soffocata poche ore dopo la nascita, nella clinica Fabia Mater, in via Olevano Romano, al Prenestino. I dottori che l'avevano in cura non sono riusciti a intubarla e la bimba è deceduta perché non riusciva a respirare. A detta dei medici, la neonata era affetta da una malformazione alla gola che aveva reso impossibile liberare le vie aeree, come è annotato anche nella cartella clinica. Ma il sospetto degli inquirenti è che si tratti di una menzogna. Il pm Attilio Pisani ha firmato una richiesta di rinvio a giudizio a carico di cinque camici bianchi per omicidio colposo. Due di loro sono accusati anche di falso.

Il medico legale Luigi Cipolloni, che ha eseguito l'autopsia sul corpo della bimba, non ha infatti rilevato la malformazione di cui parlavano i sanitari nella cartella clinica. Sotto accusa, un'ostetrica, una pediatra e due anestesisti. I dottori, che sono stati interrogati dal pm e si sono dichiarati innocenti, hanno detto che la neonata era affetta dalla Sindrome di Pierre Robin, caratterizzata dalla deformazione della mandibola dalla retroazione della lingua. Circostanze che, a loro dire, avrebbero reso impossibile procedere all'intubazione. Il decesso, in questo caso, non sarebbe in alcun modo imputabile ai medici.

Il decesso della bimba risale al 15 maggio del 2014. A sporgere denuncia, i genitori della neonata, una coppia di trentacinquenni romani. Per il pm, i sanitari, «in qualità specialisti in pediatria, neanotologia e anestesia», avrebbero cagionato il decesso della piccola per «imprudenza e imperizia». Non sarebbero riusciti a procedere con le operazioni di intubazione «nonostante l'assenza di malformazioni delle vie aeree», si legge nel capo d'imputazione, che ora finirà al vaglio del gup Vilma Passamonti. Due di loro, «al fine di nascondere le proprie responsabilità, mediante dettatura all'ostetrica, attestavano fatti non rispondenti al vero descrivendo sussistenza di malformazioni nel massiccio cranio facciale».
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