IL MECCANICO
Il grande magazzino di via Casilina non è un'eccezione. Nei documenti sulle concessioni comunali, spunta anche un locale, in via delle Mura Portuensi, dove c'è una carrozzeria. Il prezzo di affitto riportato negli atti del Dipartimento Patrimonio è di 573 euro. Non male, per un locale a due passi da viale Trastevere, dotato anche di un vasto parcheggio privato a disposizione dei clienti. A Primavalle, in via Albergati, invece due negozi di proprietà del Campidoglio sono diventati negozi di abbigliamento, a 280 euro l'uno.
Saranno gli ispettori comunali ad accertare se nell'elenco delle concessioni ci siano irregolarità da sanare. Va detto che nella maggior parte dei casi gli esercizi commerciali operano con contratti perfettamente regolari. Si tratta di accordi che però il più delle volte non sono mai stati aggiornati, rendendo quindi irrisori i canoni attuali se comparati con i valori del mercato.
Tronca ha affidato il dossier al subcommissario Bruno Spadoni, che ha la delega al Patrimonio e al Demanio. A lui spetta il compito di coordinare la ricognizione sugli immobili concessi a privati, associazioni, ma anche sindacati e partiti. Poi arriverà un bando per procedere alle nuove assegnazioni. Chi non ha i requisiti perderà la sede e non potrà partecipare alla gara (dovrebbe essere pubblicata entro marzo-aprile). I morosi invece potranno saldare i conti con il Comune, ma con una dead line ben definita.
GLI APPARTAMENTI
Oggi intanto lo staff del commissario dovrebbe rendere noto il bilancio dei primi provvedimenti contro chi occupa illegittimamente gli appartamenti dell'Edilizia residenziale pubblica. Già da dieci giorni sono partite le prime lettere per dichiarare la «decadenza» delle assegnazioni, dopo i controlli del Dipartimento Politiche Abitative. Dalle carte del Comune sono emersi casi clamorosi. Come quello dell'inquilino di un alloggio in via Palmiro Togliatti, che nei controlli sul profilo patrimoniale è risultato «proprietario di 5 immobili nel territorio del Comune di Roma». Parametri che ovviamente «violano i limiti previsti dalla normativa vigente». Il Comune, attraverso la Direzione Interventi alloggiativi, ha anche iniziato a bocciare le richieste di regolarizzazione degli occupanti che pretendevano un contratto. In molti casi infatti gli inquilini abusivi avevano un reddito superiore al tetto massimo consentito dalla legge per le case popolari.