Marra è finito sotto processo per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Quando gli agenti di polizia hanno bussato alla sua porta, per permettere all'ex convivente di entrare, ha reagito nel peggiore dei modi: tentando di sbattere l'uscio in faccia agli operanti e, poi, aggredendo i poliziotti con pugni, calci e minacce. È questa la contestazione mossa dalla pm Paola Giordano che, come si legge nel capo d'imputazione, accusa il giornalista di «aver usato violenza nei confronti degli agenti in esercizio delle loro funzioni». Secondo la Procura, Marra si sarebbe rifiutato di declinare le proprie generalità, urlando: «Ve rompo la faccia e ve butto per le scale!». E avrebbe anche «cagionato a un operante lesioni personali consistite in trauma ed escoriazione alla mano destra».
LA RELAZIONE
La vicenda risale al 24 marzo 2013. Calvani si presenta in questura e sporge denuncia. Racconta di avere da poco interrotto una relazione con Marra, culminata con una convivenza durata tre anni. Dice di essere spaventato e di essere stato trattato con violenza. Aggiunge anche che, pochi mesi prima, il conduttore ha cambiato la serratura dell'appartamento, impedendogli di recuperare le sue cose.
Calvani sostiene di avere lasciato in casa libri, mobili, quadri, foto di famiglia, oggetti d'antiquariato. Marra è stato categorico: non vuole che l'ex compagno varchi di nuovo l'ingresso. Fallito l'ennesimo tentativo, Calvani decide di chiamare il 113. Sul posto arrivano due agenti della polizia di Stato. Il giornalista li accoglie con scherno: «Ma che è, Carnevale? Tutti vestiti così?», si legge nella denuncia. Poi, si rifiuta di mostrare i documenti. «Che mi frega, sto a casa mia, andate via se non avete un mandato di cattura», urla tentando di sbattere la porta. Di fronte all'insistenza degli operanti, il giornalista, secondo l'accusa, perde la testa: colpisce uno degli agenti con pugni e calci. In tutta risposta, i poliziotti decidono di portare Marra in questura, rilasciandolo poi con le spalle appesantite da una denuncia per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni.