Roma, infermiera stroncata dalla meningite durante il tirocinio

Tatiana Corona
di Alessia Marani
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Martedì 31 Marzo 2015, 06:26 - Ultimo aggiornamento: 1 Aprile, 11:31

Infermiera del pronto soccorso del Policlinico di Tor Vergata uccisa da una meningite fulminante. Tatiana Corona, 42 anni, di Rocca Priora, è morta alle 23,49 di domenica in un letto dell'ospedale Spallanzani dopo avere lottato contro l'infezione per una settimana. +

Tatiana si era sentita male improvvisamente la sera di domenica 22 marzo dopo una giornata trascorsa in allegria con gli amici. «Ha avuto dolori fortissimi alle braccia, mentre la febbre è subito balzata a 41 gradi - racconta Marta M., un'amica - è stata così per tutta la notte, poi la mattina dopo ci ha telefonato per dirci che stava male. Lei abitava da sola. Un'altra amica è accorsa da lei, ha chiamato l'ambulanza».

Tatiana viene portata al pronto soccorso dell'ospedale di Frascati.

Le sue condizioni precipitano rapidamente: la febbre non scende, la pelle le si riempie di macchie ed ecchimosi, le viene somministrato un antibiotico, «a un certo punto - aggiunge Marta - non riusciva più a respirare per cui l'hanno intubata». Comincia la frenetica ricerca di una struttura con un reparto di Rianimazione dove trasferirla. Nel pomeriggio la corsa verso lo Spallanzani, istituto specializzato in malattie infettive.

IL DRAMMA

«Solo dopo tre giorni - continua ancora l'amica - sono arrivati i risultati di laboratorio sul campione di sangue, l'emocoltura, prelevato a Frascati, che indicava la presenza di meningococco e di porpora fulimante (un'emorragia a livello dei tessuti, ndr). Tatiana nel frattempo continuava ad assumere gli antibiotici, ma una sepsi sfociata in necrosi le ha attaccato gli arti inferiori e una mano. Se si fosse salvata - conclude - le avrebbero amputato le gambe e una mano. Non posso pensarci, lei che era così buona, generosa, vitale».

Mamma Giovanna è sconvolta, Tatiana era l'unica figlia, erano rimaste solo loro due. Gli amici di “Taty” e i colleghi che avevano seguito con lei Scienze Infermieristiche e iniziato il tirocinio un mese fa, le fanno forza. Fino a sabato Tatiana aveva prestato servizio al pronto soccorso di Tor Vergata. Secondo i medici per essere stata aggredita da una forma fulminante della malattia, il contatto diretto e prolungato con il batterio, deve essere avvenuto nelle 72 ore precedenti. Ma al pronto soccorso di Tor Vergata non risultano casi di meningite registrati in quel periodo. Forse Tatiana è venuta a contatto con un portatore sano del batterio ed è morta in seguito alle gravi complicanze insorte.

L'AUTOPSIA

La mamma ha chiesto che venga disposta l'autopsia con un perito di parte. «Voglio sapere che cosa è successo a Tor Vergata, se la morte di mia figlia poteva essere evitata». Intanto è già partita la profilassi antibiotica per chi è stato vicino a Tatiana negli ultimi giorni della sua vita. Grande la commozione e il dolore per chi l'ha conosciuta. Scrive Mary su Facebook: «Eri solare, instancabile, un vulcano in eruzione, non ti dimenticherò».

Alessandra riporta le parole di una delle tante poesie scritte da Taty: «Ora spiego le ali e salgo più su, ho donato i miei sogni e ne sono felice». Perché tutta la vita di Taty, la prima laurea in Scienze Politiche e alcuni anni trascorsi a insegnare, poi la decisione di diventare infermiera, si racchiude nelle parole lasciate scritte sulla sua pagina virtuale, ora un testamento spirituale: «Sono sempre più convinta che aiutare le persone sia il lavoro più bello del mondo».

alessia.marani@ilmessaggero.it