Il signor Migliarucci era passato dalla palestra per far visita alla moglie e alla nipotina, che stava giocando con altri bambini in attesa che la mamma finisse di lavorare. Pochi minuti dopo, l'uomo stava già andando via. Ma, purtroppo o per fortuna, non ha fatto in tempo ad attraversare quella soglia: «È successo tutto in pochi attimi, che mi sono sembrati infiniti racconta, ancora scossa, Margherita Stavo parlando con lui, mi sono allontanata un secondo e ho sentito mia madre gridare: ho visto mio padre che si accasciava fra le sue braccia».
IL RACCONTO
Nonostante la concitazione del momento, Margherita è corsa subito a prendere il defibrillatore: «A ripensarci ora, non so come abbia fatto a mantenere la lucidità in quel momento. Un conto è seguire un corso di rianimazione come abbiamo fatto qui in palestra, un altro conto è doverlo mettere in pratica, per la prima volta, su un proprio genitore. Non riuscivo a capire se il cuore gli battesse o meno, allora gli ho applicato il defibrillatore». Ed è stato quell'apparecchio, in grado di riconoscere automaticamente quando c'è bisogno di liberare la scarica elettrica, a rivelarsi determinante: «Mio padre era in arresto cardiaco, sul defibrillatore è apparsa la scritta Shock necessario. Ho cercato di non pensare a nulla e ho schiacciato il pulsante». Per fortuna, dopo una sola scarica il cuore del signor Giorgio ha ripreso a funzionare: «Quando è arrivata l'ambulanza del 118, mio padre non era cosciente, ma respirava». L'uomo si è ripreso poco dopo essere arrivato, in codice rosso, all'ospedale Sant'Eugenio. Ieri è stato operato e ora le sue condizioni sono buone: fra 24 ore potrà essere dimesso. Grazie alla rapidità con cui è stato soccorso, non ha riportato danni cerebrali.
«L'uso dei defibrillatori automatici non è ancora obbligatorio nelle palestre», spiega Luca Bongirolami, collega istruttore di Margherita. In effetti il governo proprio in questi giorni ha deciso di prorogare al primo gennaio 2017 l'entrata in vigore del decreto Balduzzi, che prevede l'obbligo di defibrillatori e di personale autorizzato al loro utilizzo. «Ma noi abbiamo comunque voluto averne uno. Ed è stata una scelta che si è rivelata provvidenziale».