Roma, incinta attende due ore: bimbo muore

Roma, incinta attende due ore: bimbo muore
di Adelaide Pierucci
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Giovedì 5 Gennaio 2017, 08:17 - Ultimo aggiornamento: 21:24
Non è bastata la corsa contro il tempo, qualche giorno fa, all'ospedale San Giovanni per salvare un bimbo che stava per nascere. Il cuore del piccolo, un maschietto di tre chili, ha smesso di battere all'improvviso e la madre è entrata in coma, il tutto a poche ore dal ricovero. Solo due giorni dopo, la donna, una trentaseienne albanese, ha saputo del decesso del terzogenito. Il caso ora è finito all'attenzione della procura di Roma. Il sostituto procuratore Marcello Cascini ha aperto il fascicolo con l'ipotesi di reato di omicidio colposo per ora senza indagati.

IL FASCICOLO
Il magistrato per accertare le cause del decesso ha disposto l'autopsia del feto e della placenta, e il sequestro della cartella clinica. Nel mirino delle indagini però ci sono anche i sanitari del reparto di ginecologia di un altro ospedale, del Sandro Pertini, dove la donna era stata assistita in gravidanza e dove era stato programmato per il 26 dicembre il parto cesareo. Secondo una prima diagnosi a scatenare la tragedia sarebbe stata la Preeclampsia, una malattia nota come gestosi, che colpisce, a volte senza manifestarsi in maniera evidente, le gestanti alle ultime settimane di gravidanza. Una malattia in cui è cruciale la diagnosi tempestiva. Che, forse, potrebbe essere sfuggita ai sanitari che hanno tenuto in cura la donna. Per questo la procura punta a ricostruire le tappe dei controlli. L'ultimo la gestante lo aveva effettuato al Sandro Pertini. Era il 16 dicembre scorso, un venerdì. La gravidanza, secondo i medici, procedeva in maniera regolare. Ed avevano fissato il parto cesareo per dieci dopo, per il giorno di Santo Stefano.

IL MALORE
Sabato 17 e domenica 18 dicembre, invece, la gestante non si sente bene, ha mal di testa e di stomaco. Non esclude un picco influenzale. Lunedì 19 dicembre, però, il marito, un connazionale di 40 anni, preoccupato, decide di chiamare il 118. L'ambulanza trasporta la gestante al pronto soccorso del San Giovanni, dove verrà tenuta in attesa per due ore. Ma quando i medici intervengono è tardi. Il battito del cuore del piccolo da flebile si spegne. E la madre entra in stato di coma. «Mia moglie non si era mai trascurata - ha detto il marito, assistito dall'avvocato Francesco Olivieri - Si era sottoposta agli ultimi esami proprio il giorno prima di stare male. Non ci aspettavamo tanto dolore. Vorremmo solo sapere se nostro figlio si poteva salvare. Ho rischiato anche di perdere mia moglie».

A piazzale Clodio intanto si indaga anche su un altro sospetto caso di malasanità, che risale allo scorso settembre quando una coppia di romeni ha perso uno dei due gemelli. Il corredino era pronto e pure il doppio fiocco. Al momento del parto, la terribile notizia: un bimbo era nato, l'altro non ce l'aveva fatta. Non aveva pianto. I medici hanno tentato di rianimarlo, ma non c'era nulla da fare. Probabilmente era morto qualche ora prima della nascita. La gioia della nascita di un bimbo era stata stravolta dal dolore della perdita dell'altro. Una morte per loro evitabile, visto che un mese prima uno dei feti, probabilmente quello che non ce l'ha fatta, aveva mostrato un battito più debole. A poche ore dal parto cesareo, eseguito nell'ospedale Villa San Pietro, il marito aveva deciso di sporgere subito denuncia.