Sicurezza, il piano degli ospedali in caso di attentati: bracciali e foto ai feriti

Sicurezza, il piano degli ospedali in caso di attentati: bracciali e foto ai feriti
di Mauro Evangelisti
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Domenica 29 Novembre 2015, 12:56 - Ultimo aggiornamento: 13:01
Il piano negli ospedali romani, in caso di grande emergenza come quella dell'attacco a Parigi, è pronto. Tutti speriamo che resti solo sulla carta. Già si stanno svolgendo i corsi di addestramento del personale, ci sono state esercitazioni e altre se ne faranno. Cosa prevede la procedura? Se arriveranno decine di feriti, magari senza documenti, gli operatori dei pronto soccorso li classificheranno con un codice alfanumerico, mettendo loro un braccialetto al polso o una medaglietta al collo. Non solo: saranno scattate delle foto con delle macchinette digitali, in modo da abbinare ogni codice a un volto e rendere più semplici le operazioni di riconoscimento o di ricerca dei feriti da parte dei familiari. Ci sarà l'evacuazione dei pronto soccorso, solitamente molto affollati. Dove andranno i normali pazienti? Chi è in attesa di ricovero verrà mandato in reparto; chi necessita di una visita sarà allontanato in aree differenti dell'ospedale; chi non ha una reale urgenza sarà rispedito a casa. Saranno anche richiamati in servizio gli operatori - medici e infermieri - del turno successivo.
ADDESTRAMENTO
«Da noi ciclicamente si stanno effettuando delle esercitazioni e il Peimaf è pronto da tempo» ricorda il direttore generale dell'Azienda ospedaliera San Camillo, Antonio D'Urso. Cos'è il Peimaf? Sono i piani di emergenza per massiccio afflusso di feriti, ma non tutte le strutture, al contrario del San Camillo, li avevano aggiornati. Da giorni la Regione ha chiesto con forza ai direttori generali di intervenire, migliorarli, verificarli e deliberarli entro il 30 novembre.

La richiesta di non lasciare nulla al caso arriva anche dalla Prefettura e dal Viminale. Massimo Magnanti, medico del pronto soccorso del San Giovanni e leader di Spes (gli operatori dell'emergenza): «Dirigenti, medici e infermieri sono tutti impegnati a rivedere le procedure, nessuno si sta tirando indietro». La Regione ha inviato delle linee guida, imponendo alle azienda sanitarie non solo di aggiornare i Peimaf, ma di inviarli anche all'Agenzia regionale del 118. Angelo Orelli, responsabile Procedure ed Esercitazioni per le Emergenze del San Camillo: «Da anni lavoriamo con meticolosità sui nostri piani, fin dai grandi attentati del decennio scorso. Nel nostro ospedale effettuiamo esercitazioni anche se ci sono molti pazienti in pronto soccorso, le verifiche devono essere svolte in modo realistico. Da noi i braccialetti con il codice alfanumerico hanno anche un colore differente a seconda della gravità del pazienti. E ad ogni codice dovrà corrispondere l'immagine di un paziente, per questo è previsto l'uso di fotocamere digitali». Adolfo Pagnanelli, primario del pronto soccorso del Policlinico Casilino: «Sui piani per le grandi emergenze ormai la nostra attenzione è molto alta».

SOCCORSI
L'altro fronte è quello delle ambulanze, acquistate in vista dello svolgimento del Giubileo. Ieri il presidente della Regione, Nicola Zingaretti, il direttore della cabina di regia della sanità, Alessio D'Amato, e il direttore generale dell'Ares 118, Maria Paola Corradi, hanno presentato i nuovi mezzi. Nel dettaglio: dal primo dicembre saranno disponibili le prime 40 ambulanze e 10 auto mediche (di proprietà della società esterna Earth Life che si è aggiudicata l'appalto). A febbraio arriveranno le nuove ambulanze del 118, per un totale (comprendendo il privato) di 136 mezzi. Sono stati formati 420 volontari, che aiuteranno l'Ares nell'assistenza medica ai pellegrini: potranno usare i defibrillatori e fornire assistenza di primo soccorso durante il Giubileo. Su un versante differente Zingaretti ha sottolineato l'importanza delle vaccinazioni: «Bisogna vaccinarsi, bisogna vaccinare soprattutto bambini e anziani perché in gioco c'è il pericolo di perdere la vita o mettere a rischio quelle degli altri».