LA DECISIONE
In una nota, il preside ribadisce le linee guida delle disposizioni volute dal Comune di Roma in merito all'educazione alimentare e allo stesso tempo obbliga le insegnanti a controllare. «Le maestre invitano gli alunni a non tirare fuori le merende portate da casa - ha precisato il preside Maurizio Durante - e se i ragazzi lo fanno, viene chiesto loro di rimetterle nello zaino. Rientra tutto in un progetto educativo per chi fa il tempo pieno - ha continuato il dirigente - i bambini non possono mangiare solo quello che portano da casa. C'è da combattere anche una cattiva educazione alimentare fatta dai genitori nei confronti dei propri figli. Non possiamo avere i bambini obesi come in Germania e in America. I bambini delle elementari sono i più viziati». Parole di fuoco che da giorni tengono acceso il dibattito tra la scuola e le famiglie. «Se la mangiassero loro questa misera colazione - tuona Orietta, una rappresentante dei genitori- mio figlio mangia quello che dico io». «Quello che contestiamo - le fa eco un'altra mamma- è il fatto che le merende che sono state adottate dalla scuola non sono adatte né per la qualità né per la quantità. I biscotti sono secchi, il pane pure». «Neanche uno yogurt si può portare - aggiunge un papà - è assurdo!».
LA PETIZIONE
Contro le disposizioni del preside è stata avviata anche una raccolta firme,ma nessuno riesce a convincere il dirigente scolastico a fare marcia indietro. Dall' istituto fanno comunque sapere che dietro queste nuove direttive ci sono nutrizionisti e tecnici del comune di Roma che decidono i menù e sorvegliano sugli appalti. Anche se la Uil di Roma denunciò la stranezza per cui nel sistema di affidamenti del servizio mensa nei municipi della Capitale compaiano sempre le stesse coop.