Ikea, bimbo morto soffocato
Venti minuti di troppo nei soccorsi
La Procura: Francesco si poteva salvare

Ikea, bimbo morto soffocato Venti minuti di troppo nei soccorsi La Procura: Francesco si poteva salvare
di Adelaide Pierucci
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Martedì 8 Aprile 2014, 07:50 - Ultimo aggiornamento: 13 Aprile, 12:22
Venti minuti di panico e di disperazione nel centro commerciale mentre Francesco, neanche tre anni, diventava sempre pi violaceo tra le braccia della mamma e nessuno sapeva come intervenire.





Sono stati quei venti minuti di mancato soccorso ad uccidere Francesco Emanuele Maria Parroni, il piccolo di Fonte Nuova soffocato da un hot dog comprato al ristorante Ikea di Porta di Roma. Un boccone che gli ha ostruito la gola e man mano gli ha procurato la mancata ossigenazione del cervello portandolo a uno stato di anossia cerebrale. Da lì il coma e poi, lunedì 17 marzo, a cinque giorni dall'incidente, accertata la morte cerebrale, la decisione dell'espianto degli organi. Parte da questo buco nei soccorsi l'inchiesta per omicidio colposo aperta sul caso dalla Procura.







LE TESTIMONIANZE

I primi testimoni ascoltati su delega del pm Alberto Galanti hanno confermato l'assenza di un primo intervento, la disperazione collettiva e il conseguente ritardo nell'arrivo del 118. Nel momento in cui i soccorritori arrivati con l'ambulanza sono riusciti a compiere le primi manipolazioni Francesco era già cianotico. Mentre chi invece poco prima aveva provato a rimuovere con le dita il boccone potrebbe aver aggravato una situazione, già disperata. L'inchiesta marcia a pieno ritmo. All'esame del pm ci sono i video estrapolati dall'impianto di sorveglianza del ristorante, le testimonianze, una prima relazione sull'accaduto e a breve anche i risultati di funzionari della Asl chiamati ad accertare se il servizio sicurezza del colosso svedese avesse o meno l'obbligo di fornire un punto di primo soccorso. «Non deve più succedere a nessun bambino una cosa del genere. Un primo soccorso medico in un centro commerciale deve esserci», dicono ora i familiari del piccolo. Quel giovedì pomeriggio Alessia Vitti, la mamma di Francesco era sola con il suo bambino. «Urlavo, non ero in grado di aiutarlo. Delle persone sono accorse, una donna che era vicino a me gli ha dato dei colpi, ha praticato delle manovre che io non conoscevo e ora me ne faccio una colpa» aveva detto. «Poi l'ambulanza che ci ha messo tanto arrivare. I dipendenti Ikea impallati quanto me che sono andati a chiamare una cassiera di Leroy Merlin». Probabilmente un soccorso adeguato, come ha accertato l'autopsia, lo avrebbe salvato.



IL PRECEDENTE

Intanto c'è un precedente che pesa. Un altro bimbo di tre anni, di nome Giulio, lo scorso settembre è morto dopo essere stato soffocato da un boccone di carne andatagli di traverso al ristorante all’Ikea di Bari. L'incidente era avvenuto il 20 agosto scorso, mentre la famiglia di Campobasso, i genitori e due bambini piccoli, di rientro dalle ferie si era fermata per fare uno spuntino.