Greenpeace Italia e ClientEarth alla Regione Lazio: «Serve un piano per tutelare la qualità dell'aria»

Greenpeace Italia e ClientEarth alla Regione Lazio: «Serve un piano per tutelare la qualità dell'aria»
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Lunedì 19 Febbraio 2018, 12:11
«Greenpeace Italia e ClientEarth hanno notificato questa mattina una lettera di diffida alla Regione Lazio, con la richiesta di adottare un Piano di Risanamento per la Qualità dell'Aria che individui le misure necessarie a riportare i livelli di inquinamento atmosferico nel Lazio al di sotto dei valori di legge nel più breve tempo possibile. Il ripetuto sforamento, anno dopo anno, dei livelli di inquinamento relativi a sostanze come il biossido d'azoto (NO2) e le polveri sottili (PM10) ha consolidato una crisi ambientale e sanitaria, nel Lazio, che richiede provvedimenti della massima urgenza. La Regione Lazio, per contro, segue ancora oggi un piano per la qualità dell'aria obsoleto, adottato oltre otto anni fa sulla base di una normativa vecchia, del 1999, e che è assolutamente carente e inadeguato alla luce delle disposizioni più stringenti previste dalla normativa corrente. Dal 2010, anno di recepimento della direttiva europea più aggiornata, in caso di sforamento dei limiti di legge per le concentrazioni di inquinanti, la legge impone alle Regioni di includere nei loro piani 'misure appropriate affinché il periodo di superamento sia il più breve possibile'. A tal fine, le Regioni devono adottare unPiano di Risanamento per la Qualità dell'arià, in cui siano individuati i provvedimenti da adottare per ricondurre l'inquinamento atmosferico entro i limiti di legge, sia definito un calendario di interventi e siano valutati gli impatti e miglioramenti attesi. Tutti questi elementi, qualificanti del dettato normativo in vigore, sono assenti nel Piano attuale della Regione Lazio, facendone uno strumento del tutto inefficace».

Lo comunica in una nota  Greenpeace Italia e ClientEarth.
«Le omissioni delle istituzioni hanno, purtroppo, conseguenze gravi per la qualità dell'aria e la salute dei cittadini nel Lazio, con livelli di inquinanti costantemente fuorilegge.
A sette anni dalla data di entrata in vigore dei valori massimi di concentrazione annuale di NO2, a Roma le soglie legali sono superate anche del 50%. La serie storica dei rilevamenti di Arpa Lazio rivela che la capitale ha livelli di inquinamento da NO2 minori, di pochissimo, solo a quelli di Torino, e spesso più alti di quelli di Milano
».
«Quello del Lazio è un record negativo: a più di 7 anni dall'entrata in vigore della Direttiva sulla qualità dell'aria, la Regione deve ancora adottare un vero piano con misure efficaci. È la prima volta che in Europa ci troviamo di fronte a un'inerzia così grave. A farne le spese, purtroppo, sono le migliaia di cittadini costretti a respirare ogni giorno livelli di inquinamento fuorilegge e a subire impatti gravissimi sulla loro salute. Non possono esserci scuse. Se la Regione non si attiverà tempestivamente per adottare il Piano di Qualità dell'Aria, non esiteremo a rivolgerci ai giudici per proteggere il diritto di tutti a respirare un'aria pura, come abbiamo già fatto con successo in tante altre città d'Europa», ha dichiarato Ugo Taddei, avvocato responsabile del progetto Clean air di ClientEarth.

«La Regione Lazio ha ora un massimo di 60 giorni per mettere mano al Piano per la Qualità dell'aria e introdurre misure efficaci ed idonee ad assicurare, al più presto, il rispetto dei valori limite previsti dalla normativa vigente. In caso di ulteriore inerzia, Greenpeace Italia e ClientEarth non esiteranno a rivolgersi al Tar del Lazio»
 
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