Le meditazioni delle 14 stazioni sono state scritte proprio dai giovani che hanno voluto raccontare le loro paure verso il futuro incerto, il disagio di non sentirsi adeguati alla società attuale e il timore di essere rifiutati, il dramma di tanti coetanei che a volte cercano un effimero rifugio nell’alcol o nella droga, ma anche la speranza e la certezza che la Croce non vuol dire solo dolore ma rappresenta la vittoria di Cristo sulla morte attraverso la sua risurrezione. 'La Via Crucis - sottolinea don Fabio Rosini, direttore del Servizio per le vocazioni - non è solo il dolore di Cristo ma rappresenta il cammino dell’uomo nuovo. La vita di questi ragazzi spesso è piena di precarietà, e a volte la difficoltà più grande è comprendere che quelle risposte che cerchiamo dal Signore ci vengono rese in maniera differente da come ci aspettavamo, e quindi dobbiamo fidarci e affidarci: è lì la sfida più grande perché umanamente non è facile'. Ma la fragilità della gioventù può divenire anche una risorsa per la città. 'Loro - continua don Fabio - vedono spesso delle soluzioni che noi adulti non riusciamo più a cogliere. Il loro sguardo è limpido e, nonostante le incertezze che vivono, riescono a percepire quei particolari che agli adulti spesso sfuggono'. L’ultima tappa della Via Crucis sarà nella basilica di San Giovanni in Laterano, dove i partecipanti, passando attraverso la Porta Santa, troveranno ad attenderli il cardinale vicario Agostino Vallini che concluderà la celebrazione.
Tutto è pronto, o quasi, anche per la tradizionale Via Crucis al Colosseo del Venerdi' Santo e la benedizione "Urbi et Orbi" col messaggio pasquale, presiedute da papa Francesco. Il calendario e' stato diffuso oggi dalla sala stampa vaticana: manca ancora l'indicazione di dove il Papa celebrera' la messa "in Coena Domini" del Giovedi' Santo, con il rito della lavanda dei piedi, per la quale Francesco sceglie solitamente luoghi di sofferenza umana e sociale, come carceri o case di cura ed assistenza.
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