Giorlandino torna libero, ora potrà lavorare ma lontano dalla sorella

Giorlandino torna libero, ora potrà lavorare ma lontano dalla sorella
di Adelaide Pierucci
2 Minuti di Lettura
Venerdì 24 Aprile 2015, 06:28 - Ultimo aggiornamento: 25 Aprile, 19:02
Potrà tornare a lavorare a tempo pieno ma non avvicinarsi alla sorella. Claudio Giorlandino, ginecologo dei vip e re delle amniocentesi, finito ai domiciliari per stalking verso la sorella Mariastella, titolare dei centri diagnostici Artemisia, e il cognato Claudio De Martino, è tornato libero.

Qualche giorno fa il gip aveva revocato gli arresti domiciliari concedendogli il permesso di lavorare durante il giorno. Ieri il Riesame ha fatto un altro passo avanti e lo ha liberato. «Speriamo sia la fine di un incubo» si sarebbe sfogato il ginecologo, difeso dagli avvocati Riccardo Olivo e Maria Teresa Napolitano. Con lo stesso provvedimento è tornato in libertà anche Antonio Mercuri, funzionario della Regione Lazio, applicato in Campidoglio e praticante avvocato, accusato di aver spalleggiato il medico nelle persecuzioni. Anche per lui un solo limite: tenersi lontano da Mariastella Giorlandino.

«Sono molto soddisfatto della decisione del Riesame - ha detto l'avvocato Placanica - Ha riportato nei giusti limiti una vicenda rispetto a cui era sproporzionata una misura privativa della libertà». Giorlandino e Mercuri erano finiti ai domiciliari in stato di arresto il 12 aprile con il maresciallo dei carabinieri, Biagio Di Mauro, addetto alla scorta del Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) che di fatto nel tempo libero era investigatore privato a busta paga del ginecologo per coordinare i pedinamenti alla sorella e al cognato e confezionare trappole giudiziarie. Su di lui il Riesame deciderà nei prossimi giorni.



I PEDINAMENTI

Giorlandino, intanto, vuole uscire a testa alta dallo scandalo: nella dynasty familiare non ci sta a fare la figura del cattivo. Negli ultimi due anni e mezzo, secondo lui, avrebbe dovuto fare i conti con una sessantina tra denunce, querele, segnalazioni ai Nas e ai vigili del fuoco per mano della sorella o di chi le è vicino. Eppure dalla misura cautelare emessa dal gip Paola Della Monica, su richiesta del pm Mario Dovinola, emerge un quadro che dipinge Claudio Giorlandino come manager calcolatore in grado di assoldare gente per organizzare pedinamenti, perseguitare sorella e cognato, tempestarli di denunce, rendendo loro la vita impossibile. Tanto che Mariastella Giorlandino, assistita dall'avvocato Stefano Valenza, starebbe ancora pagando le conseguenze delle pressioni psicologiche subite.

«I nostri screzi sono noti, ma nulla di più - si era giustificato nell'interrogatorio di garanzia il ginecologo - Semmai ho provato a difendermi». Mariastella, a giugno scorso, era scomparsa da Roma e rintracciata in stato confusionale al santuario della Madonna di Pompei. Subito dopo si è saputo dell'iscrizione del ginecologo nel registro degli indagati. I due fratelli sono da anni al centro di una battaglia legale per la gestione dei centri diagnostici, fondati dal padre.