Scontri durante Coppa Italia, la Digos arresta Genny 'a carogna

Genny 'a carogna
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Lunedì 22 Settembre 2014, 10:02 - Ultimo aggiornamento: 23 Settembre, 19:53

La Digos di Roma ha arrestato Gennaro De Tommaso, detto "Genny 'a carogna" e altre quattro persone sono state denunciate e sottoposte a obbligo di firma per i fatti avvenuti all'interno e all'esterno dello stadio Olimpico di Roma in occasione della finale di Coppa Italia del 3 maggio scorso. La richiesta di arresto è della Procura di Roma.

L'accusa. Concorso in resistenza a pubblico ufficiale, lancio di materiale pericoloso, invasione di campo in occasione di manifestazioni sportive, sono i reati contestati nel provvedimento cautelare firmato dal gip.

L'ordinanza fa riferimento a condotte criminose, ulteriori a quelle in cui ha perso la vita Ciro Esposito, che hanno caratterizzato il pre-partita della finale di Coppa Italia disputata il 3 maggio, sia all'interno che all'esterno dello stadio, tra cui anche alcuni episodi di resistenza nei confronti degli operatori di Polizia da parte di un gruppo di circa 100 ultras capeggiato da De Tommaso, che all'interno del plesso sportivo.

Gennaro De Tommaso è accusato anche di violazione 'sul divieto di striscioni e cartelli incitanti alla violenza o recanti ingiurie o minacce'. L'ultrà infatti indossava una scritta con la scritta 'Speziale liberò. Speziale è il ragazzo accusato di aver causato la morte dell'ispettore di polizia Filippo Raciti, nel 2007.

Genny 'a carogna è stato posto ai domiciliari. Viene considerato dalla Digos di Roma «leader e istigatore delle violenze» che si sono verificate alcune ore prima della finale di Coppa Italia quando un gruppo di un centinaio di napoletani si concentrò in piazza Mazzini con fumogeni e petardi nell'intenzione, secondo l'accusa, di tendere agguati a tifosi della Fiorentina.

Gli altri quattro supporter napoletani sono stati invece sottoposti ad obbligo di firma e non arrestati come si era appreso in un primo momento.

Tre di loro sono stati riconosciuti attraverso le immagini delle telecamere e facevano parte del gruppo di 100 ultrà capeggiati da Genny 'a carogna che con felpe nere e fumogeni si erano radunati a piazza Mazzini e lungo la strada verso lo stadio, scortati dalla polizia, lanciarono fumogeni contro gli agenti e le auto. Il quarto tifoso azzurro sottoposto a obbligo di firma è un altro capo ultrà, Massimiliano Mantice: è accusato di scavalcamento della rete che delimita il campo di gioco dagli spalti.

Il capo della Digos. «La Polizia deve individuare i responsabili di reato ed assicurarli alla giustizia. Non ci possiamo far condizionare. Dobbiamo fare il nostro lavoro. Siamo soddisfatti». Cosi il dirigente della Digos capitolina Diego Parente. «Non ci fu trattativa. De Tommaso, e lo scrive il gip, ha avuto

un comportamento di negazione dell'autorità tanto che chiese di parlare con il capitano del Napoli Hamisk». L'incontro col capitano del Napoli Marek Hamsik richiesto da Gennaro De Tommaso fu consentito per evitare che la situazione all'Olimpico degenerasse. Genny 'a carogna, scrive il gip Rosaria Monaco, «aveva minacciato l'invasione di campo e il compimento di atti di violenza se non avesse avuto un colloquio con Hamsik» e questo dopo che si era sparsa la notizia del ferimento di Esposito. Il gip cita la relazione di servizio del dirigente Digos che riferisce di una «situazione di alta tensione all'interno dello stadio Olimpico, già palesata dai fischi in concomitanza con l'inno nazionale». E «a fronte di una certa prevedibile degenerazione della situazione che avrebbe potuto portare a tragiche conseguenze con pregiudizio anche di veri tifosi intenti pacificamente ad assistere alla competizione sportiva, la soluzione cui si perveniva era quella di consentire il richiesto incontro».

I provvedimenti nei confronti di Gennaro De Tommaso e gli altri ultrà partenopei sono arrivati solo oggi perch «inizialmente abbiamo dato priorità all'episodio più grave che si è verificato la sera della finale di Coppa Italia del 3 maggio scorso, ovvero il ferimento di Ciro Esposito». Lo ha spiegato il dirigente della Digos di Roma Diego Parente riferendosi al ferimento di Ciro Esposito aggiungendo che «poi sono andate avanti le altre indagini perchè non potevamo esimerci dal far luce su altri fatti che si sono verificati sia fuori sia all'interno dello stadio». «La polizia ha il compito di assicurare alla giustizia chi compie reati ma non possiamo farci condizionare dalle conseguenze», ha aggiunto Parente rispondendo a chi paventava eventuali ricadute sull'ordine pubblico dopo le misure cautelari di oggi.

Il personaggio. Si chiama Gennaro De Tommaso, ma è ormai celebre in Italia come Genny à carogna, dopo la finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli dello scorso 3 maggio. Il suo nome è divenuto celebre per la presunta trattativa andata in scena quella sera all'Olimpico, prima dell'inizio della finale di Coppa Italia, tra dirigenti, forze dell'ordine e curva azzurra, inizialmente contraria a giocare dopo la notizia del ferimento di Ciro Esposito. De Gennaro fu immortalato dalle telecamere a cavalcioni su una rete che separa il campo di gioco dai tifosi mentre parlava con le forze dell'ordine e col capitano del Napoli Marek Hamsik, episodio che suscitò molte polemiche. In quell'occasione Genny aveva indosso una maglietta con su scritto 'Speziale libero'.

L'altro ultrà napoletano denunciato. Massimiliano Mantice, 44 anni, leader della Curva B secondo gli investigatori non avrebbe fatto parte del gruppo dei 100 ultrà che rispondeva agli ordini di Genny 'a carogna e individuato a piazza Mazzini. Mantice, hanno appurato le indagini, arrivò in un secondo momento a Tor di Quinto, subito dopo il ferimento di Ciro Esposito e fu uno di quelli che si avvicinò per soccorrerlo.

Il legale di Speziale. «In scienza e coscienza mi sento di affermare che la scritta "Speziale libero" non è affatto un incitamento alla violenza, o un'ingiuria, o una minaccia, ma è esclusivamente l'esternazione del principio di manifestazione del libero pensiero, sancito dall'art. 21 della Costituzione Italiana che non mi risulta sia stato ancora abrogato». Lo afferma l'avvocato Giuseppe Lipera, difensore di Antonino Speziale, l'ultrà del Catania condannato per l'omicidio preterintenzionale dell'ispettore capo di polizia Filippo Raciti su una delle contestazioni mossa a 'Genny a' carogna'. «Non si dimentichino, peraltro - aggiunge il penalista - le varie importanti iniziative giudiziarie ancora oggi pendenti col fine di revisionare la sentenza di condanna di Antonino Speziale, ancorchè una sentenza della Cassazione avesse annullato senza rinvio l'ordinanza di custodia cautelare per mancanza di indizi. Ricordo centinaia di articoli di giornale e che è stato fatto anche un libro dove sono allegati tutti gli atti processuali. Io spero sempre - conclude l'avvocato Lipera - che il tempo sia galantuomo perchè la verità è figlia del tempo».

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