Francesca Zenobi: «Sesso e coca, io vittima dell'onorevole Mele»

Francesca Zenobi: «Sesso e coca, io vittima dell'onorevole Mele»
di Michela Allegri
3 Minuti di Lettura
Giovedì 7 Novembre 2013, 08:34 - Ultimo aggiornamento: 8 Novembre, 15:14
Non pi la ragazza spensierata e agguerrita di qualche anno fa, quella che sognava di sfondare nel mondo dello spettacolo e invece era finita al centro dello scandalo a luci rosse che nel 2007 travolse Cosimo Mele, ex deputato dell'Udc, dallo scorso giugno sindaco di Carovigno, nel brindisino, e attualmente imputato per cessione di stupefacenti.



Francesca Zenobi è oggi quasi irriconoscibile: i capelli lunghi e neri sono gli stessi, ma il corpo è smagrito, il viso scavato, i suoi progetti sono andati in mille pezzi. E tutto, per quella notte trascorsa con il deputato all'hotel Flora in via Veneto in cui, dopo aver consumato cocaina, era stata male ed era finita prima al pronto soccorso, poi sulla prima pagina di tutti i giornali e, infine, sul banco degli imputati, accusata di aver tentato di ricattare Mele in cambio del suo silenzio. E' lei a dirlo, tra le lacrime e la rabbia: «questa storia mi ha rovinato la vita».



Lo racconta al giudice monocratico del tribunale di Roma, durante l'ultima udienza del processo in cui è imputata, insieme al suo ex avvocato Emanuele Antocaci, per tentata estorsione. Secondo gli inquirenti la Zenobi e il penalista, nell'ottobre del 2007, avrebbero proposto al politico un accordo che suonava come un ricatto: in cambio di 100mila euro e di un contratto con la Rai o con Mediaset, la ragazza non avrebbe sporto querela nei suoi confronti. Ad incastrarli era stato l'avvocato Susanna Gaiotto, che rappresenta Mele in sede civile: aveva registrato una conversazione con Antocaci e la sua assistita, ora finita agli atti del processo. Tutte menzogne, a detta della Zenobi: «Non ho mai chiesto soldi o un contratto. Hanno fatto tutto alle mie spalle. Io speravo solo che qualcuno si accorgesse di quello che mi avevano fatto, che per questa storia mi hanno sbattuto tutte le porte in faccia» ha dichiarato .



DEPRESSIONE

Oggi Francesca ha 36 anni, e non riesce a farsi una vita: «Sono caduta in depressione, tutti mi hanno allontanata. Mi hanno chiamata escort, prostituta: tutto falso» racconta. All'epoca dello scandalo era una «piccola imprenditrice» e nel tempo libero faceva la fotomodella. Ora, invece, l'unica cosa che si può permettere «è di fare la cameriera o la donna delle pulizie. Sono finita a pulire le scale. Ed è un lavoro che faccio con piacere, perchè è dignitosissimo». Ma sicuramente non è quello che aveva sognato. Racconta la sua verità, la Pocahontas dell'hotel Flora, come era stata soprannominata nel 2007. Ci tiene a mettere le cose in chiaro: «Non sono una escort, sono una volontaria della Croce Rossa, ho studiato per fare la broker».



Parlando di Cosimo Mele, la voce s'infiamma, e Francesca non riesce a trattenere la rabbia: «Si dovrebbe vergognare. Mi ha messo le mani addosso, è scappato quando stavo male, mi ha strappato il telefonino di mano, ed è diventato pure sindaco! Hanno detto che io sono drogata, ma è lui un drogato, non io. E pensare che all'epoca ero pure dispiaciuta per sua moglie, per i suoi figli. Ero una persona dolce e poetica, avrei voluto scrivere una lettera a sua moglie, esprimerle la mia solidarietà». Sarà ora il giudice a decedere, ma l'avvocato Roberto Ruggiero, difensore di Francesca, non ha dubbi: la ragazza è stata incastrata. «Cercano di trasformare l'imputato Mele nella povera vittima di un'estorsione, tralasciando invece le accuse di cessione di stupefacenti», ha detto il penalista.

© RIPRODUZIONE RISERVATA