Roma, forze dell'ordine sotto stress, turni di servizio da rivedere

Foto Marco Merlini-Cgil
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Giovedì 28 Aprile 2016, 23:49
"I dati scientifici e le ultime ricerche in materia dimostrano inequivocabilmente come l'attività delle donne e degli uomini in divisa sia fortemente a rischio stress. Su questo dobbiamo e possiamo intervenire subito, a partire dall'organizzazione del lavoro". Così Daniele Tissone, segretario generale del Silp Cgil, si è espresso stamani al centro congressi Frentani di Roma, davanti a circa 200 intervenuti, dove si è svolto un convegno nazionale sul tema dello stress lavoro correlato e del benessere del personale delle forze dell'ordine.

I lavori, che non a caso si sono svolti nella giornata mondiale della salute e della sicurezza sul lavoro, sono stati aperti dal capo della polizia, Alessandro Pansa, che, partendo dalla sua esperienza professionale, ha riconosciuto come il lavoro in divisa sia fonte di grande stress per gli operatori. Il tema è stato affrontato da autorevoli relatori, a partire da Johannes Siegrist, docente universitario tedesco di fama mondiale che ha elaborato un modello alternativo di stress, basato sulla discrepanza tra l’impegno profuso nel lavoro e le ricompense, materiali e immateriali, che da esso si ottengono. In base a tale modello, lo stress sul lavoro è conseguenza dell’elevato sforzo realizzato in contrapposizione a una ricompensa limitata.

Gli altri relatori - a partire da Nicola Magnavita, docente di medicina del lavoro, Sergio Garbarino, medico della Polizia di Stato e Fabrizio Ciprani, dirigente superiore medico della Direzione Centrale di Sanità della Polizia di Stato - hanno focalizzato la situazione italiana. Per quel che riguarda le forze dell'ordine, è emerso ad esempio come il cosiddetto "turno di lavoro in quinta" (sera, pomeriggio, mattina, notte, riposo), che molti operatori seguono da anni, sia una delle maggiori fonti di stress, ansia e disagio che incide anche e soprattutto sull'efficienza.

"Anche i suicidi sono in aumento - ha detto ancora Tissone - e credo che non si possa continuare a portare avanti una politica dello struzzo che nasconde i problemi.
Nell'immediato occorre incrementare il ricorso dei poliziotti alle cure mediche, ovviamente curando la riservatezza, e separare il profilo sanitario da quello disciplinare, perché chi ha un disagio devi sentirsi libero di poterlo esprimere senza correre il rischio di subire contraccolpi". I lavori del convegno sono stati chiusi dal segretario confederale della Cgil, Gianna Fracassi, che ha ribadito il forte impegno del primo sindacato italiano sul tema del benessere nei luoghi di lavoro.
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