Roma, crollo al Flaminio, parlano i periti: «Il cedimento provocato anche da vecchi lavori»

Roma, crollo al Flaminio, parlano i periti: «Il cedimento provocato anche da vecchi lavori»
di Michela Allegri e Morena Izzo
3 Minuti di Lettura
Giovedì 4 Febbraio 2016, 08:35 - Ultimo aggiornamento: 5 Febbraio, 09:00


Il crollo del palazzo sul lungotevere Flaminio potrebbe essere stato provocato da una serie di concause risalenti negli anni. Ristrutturazioni che spaziano dal primo all'ultimo piano, modifiche edili, salotti ricavati abbattendo tramezzi. Gli inquirenti vanno a ritroso nel tempo: nel mirino della Procura ci sono tutti i lavori eseguiti nell'immobile al civico 70 a partire dalla data di costruzione. Il sospetto è che, nel complesso, possano avere reso l'intera struttura meno solida. Per questo motivo, agli atti dell'inchiesta del procuratore aggiunto Roberto Cucchiari e della pm Antonella Nespola, si aggiunge la piantina originale dell'intero edificio, risalente al 1939 e acquisita dai magistrati. I periti nominati dalla Procura, gli ingegneri Claudio De Angelis e Lucrezia Le Rose, dovranno analizzare la planimetria e mettere in evidenza tutte le modifiche apportate a pareti, stanze e corridoi. Partendo dalle cantine e arrivando fino al sesto piano, quello in cui risiedeva l'architetto Lidia Soprani, che aveva trasformato la casa in una sorta di deposito e che sul terrazzo aveva realizzato un giardino pensile. Lo stesso giardino che, franando, ha travolto gli appartamenti sottostanti, in particolare quello del petroliere Giuseppe Rigo De Righi, in cui erano in corso interventi di ristrutturazione. Nei giorni scorsi, i periti hanno effettuato i primi rilevi. Nel frattempo, la Procura ha dato il via libera agli interventi di messa in sicurezza del palazzo. Ai disagi legati al crollo, si aggiungono quelli relativi alla viabilità e alla carenza di posti auto, ora ulteriormente ridotti. Ieri, infatti, sei cassonetti dell'immondizia sono stati spostati dal Lungotevere Flaminio a piazza Melozzo da Forlì, dove ne erano presenti già altri otto. Inevitabili i disagi alla circolazione.
 

I DISAGI
Una decisione presa in concomitanza con l'avvio dei lavori per la messa in sicurezza della palazzina. «E' una follia - dicono alcuni residenti - accumulare quattordici cassonetti in una zona in cui transitano continuamente anche autobus e camion, che in questo modo hanno inevitabili difficoltà di manovra. Compresi i mezzi dell'Ama». Non solo. «Siamo costretti - incalzano i cittadini - a rinunciare anche ad almeno otto posti auto a causa dello spazio occupato dai cassonetti. E in questa zona sono davvero tanti». Sul piede di guerra anche per «i rifiuti che si accumuleranno». Dopo il crollo si sarebbero verificate numerose difficoltà. «I vigili - fanno sapere dall'Ama - ieri mattina hanno fatto spostare ai nostri operatori i sei cassonetti dal Lungotevere in piazza Melozzo da Forlì». Dal II Municipio arrivano rassicurazioni sui tempi. «Si tratta di una situazione temporanea - spiega il presidente, Giuseppe Gerace - che durerà quattro o cinque giorni al massimo, non di più».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA