Fiumicino, i pescherecci tornano in mare domani dopo il fermo della pesca

Fiumicino, i pescherecci tornano in mare domani dopo il fermo della pesca
di Umberto Serenelli
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Domenica 16 Ottobre 2016, 10:14 - Ultimo aggiornamento: 10:15

Tornano in mare domani le flotte pescherecce di Anzio e Fiumicino, dopo aver osservato il fermo biologico della pesca a strascico per un mese. Sul mercato del compartimento marittimo romano ci sarà pescato in abbondanza anche grazie allo stop di 30 giorni che ha permesso alla fauna ittica di ripopolarsi nel tratto di mar Tirreno antistante la costa laziale. «Come accaduto gli anni passati – precisa Nicola Imperato comandante del motopesca “Agostino Imperato” – nelle reti finiranno abbondanti quantitativi di triglie e seppie: questo è il periodo dell’anno in cui si cattura questo classico prodotto. Non mancheranno, comunque, polpi, scampi e gamberi, apprezzati soprattutto dagli acquirenti della Capitale».
 

 

Tra Anzio e Fiumicino andranno in mare 55 pescherecci, che abitualmente riforniscono il mercato di circa 80/85 quitali di pesce. «Si prevede un aumento del pescato – garantisce Lorenzo Melchiorri, della cooperativa Nuova Fiumicino Pesca – anche per effetto del fermo. Ogni imbarcazione potrà portare a terra una media di 80 cassette di pescato, contro le 60 abituali. Diciamo che lunedì pomeriggio sul mercato di Anzio e Fiumicino dovrebbero finire 140 quintali di pescato fresco: circa 60 quintali in più rispetto alla media giornaliera. E’ chiaro che nel giro di qualche settimana la cattura rientrerà nella norma con 1,5-1,6 quintali a barca». Intanto, nei giorni scorsi si è accentuata la polemica degli armatori nei confronti del fermo biologico. Al centro della discussione, sulla banchina di Fiumicino dove ormeggia la locale flotta, il ritardo circa il rimborso del fermo e soprattutto sul periodo in cui viene imposto lo stop dal Ministero delle Politiche agricole e forestali.

«Il ripopolamento dei fondali marini è un falso problema – aggiunge Melchiorri – perché alla base di ciò non è stato mai prodotto uno studio o una ricerca scientifica che giustificasse le scelte sui mesi in cui bloccare lo sforzo di pesca. Il settore continua a essere bistrattato dalle ingiuste normative della Comunità europea che impone restrizioni all’attività di pesca oltre a penalizzare e mettere in grossa difficoltà gli armatori». In questi giorni i riflettori sono puntati sulle multe elevate dalla Capitaneria di porto alle imprese del pescato. «I verbali fatti a tavolino – conclude Melchiorri – riguardano pescherecci intercettati, tramite apparecchiature elettroniche, sotto le tre miglia e che procedevano a una velocità inferiore ai sei nodi. Si presume ribadisco si presume quindi che stessero pescando e per tale motivo è scattato un verbale di 4 mila euro».