Fiumicino, manutenzione nel mirino: l'incendio provocato da surriscaldamento impianto elettrico

Fiumicino, manutenzione nel mirino: l'incendio provocato da surriscaldamento impianto elettrico
di Giulio Mancini
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Lunedì 11 Maggio 2015, 06:50 - Ultimo aggiornamento: 12 Maggio, 08:29

Le immagini della videosorveglianza lo confermano: a scatenare l'inferno di fiamme e fumo giovedì notte all'aeroporto di Fiumicino non è stato il malfunzionamento di un frigorifero ma un mix tra difetti alla climatizzazione e surriscaldamento degli allacci elettrici. E mentre proseguono i disagi per quanti devono partire o arrivare al ”Leonardo da Vinci, nuovi malori si sono verificati tra i dipendenti costretti a lavorare nelle zone dello scalo percorse dal fumo.
A fare da ”miccia” nella notte tra mercoledì e giovedì sarebbe stato un climatizzatore portatile collocato da operai di una ditta di manutenzione nel locale tecnico E 09 del terminal T3, tra i gate G e H. La registrazione lo dimostra con chiarezza. Il condizionatore sarebbe stato installato dopo che nel locale, sede di alcune centraline elettriche, era scattato più volte l'allarme di surriscaldamento. L'ultimo alle 23.40 circa di quella notte.
LA REGISTRAZIONE
Come dimostrano le immagini, alle 23.59 il fumo inizia a invadere lo stanzino fino a quando, un minuto e mezzo dopo, l'aria ne è completamente satura e le fiamme divampano. Il fuoco si sarebbe poi propagato al quadro elettrico sovrastante ed invaso il canale di climatizzazione che viaggia nel controsoffitto. Gli investigatori, coordinati dal pm di Civitavecchia Valentina Zaratto, sentiranno nelle prossime ore gli operai intervenuti nel locale tecnico dove si è sprigionato l'incendio.

L'APPALTO
Si tratta di dipendenti della ”ATI Eugenio Ciotola S.p.A./ Na.Gest. Global Service s.r.l.” che da ottobre 2013 cura l'appalto triennale del ”servizio di conduzione, manutenzione, riparazione guasti su tutti gli impianti di condizionamento, riscaldamento, vapore, aria compressa, ventilazione, idrico sanitario, antincendio e trattamento acqua” dello scalo per una somma di 8,692 milioni. Eugenio Ciotola è il costruttore romano coinvolto in un giro di false attestazioni per la partecipazione ad appalti pubblici e nelle indagini sul cantiere delle gallerie del Policlinico Umberto I.
Intanto, mentre prosegue il superlavoro della task force di 500 dipendenti della società di gestione ADR e delle compagnie aeree, che cercano di compensare con voli notturni il regime ridotto imposto dall'Enac per l'operatività del ”Leonardo da Vinci”, almeno una ventina di dipendenti dello scalo ieri hanno avuto bisogno di cure mediche. «Per smaltire i passeggeri dei gate G e H - segnala Stefania Galimberti della Consulta nazionale sulla sicurezza e salute sul lavoro - è stato aperto un vecchio accesso per i controlli sicurezza nel corridoio bruciato denominato allora CC centrale. Tra i dipendenti ci sono stati diversi malori». «In quella zona del terminal le addette alle pulizie sono state incaricate di rimuovere la fuliggine senza l'attrezzatura adatta al caso» aggiunge Susi Ciolella dell'USB che ha presentato un esposto.
Infine, sono in corso verifiche anche sulle condizioni degli impianti antincendio, sulla corretta agibilità degli accessi di soccorso e sui piani di evacuazione. I consulenti tecnici nominati dal Tribunale, verificheranno anche il rispetto delle prescrizioni sull'uso di materiali ignifughi. «Attendiamo le indagini e abbiamo fiducia nella magistratura» sottolineano da ADR a proposito dell'inchiesta.