Farmacap, il Comune pagava gli impiegati di un privato

Farmacap, il Comune pagava gli impiegati di un privato
di Adelaide Pierucci
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Venerdì 9 Settembre 2016, 08:50 - Ultimo aggiornamento: 08:51

Maestre pagate dal Campidoglio, ma al servizio di ditte private. Lo scandalo Farmacap svela un altro fronte investigativo. Il commissario straordinario della municipalizzata del Comune Francesco Alvaro, 76 anni, finito ai domiciliari lunedì con la doppia accusa di turbativa d'asta e falso, non ha gestito solo il passaggio dell'asilo nido comunale di via Marco Enrico Bossi a un privato con un bando su misura e sottocosto. Ma di fatto ha permesso che le maestre continuassero ad esser pagate dall'azienda pubblica pur ritrovandosi catapultate a lavorare con la Dragona srl, società capofila di un gruppo di imprese, gestita dall'imprenditore Giuseppe Giordano, che a sua volta, per l'affare pilotato, è stato sottoposto ad obbligo di firma in caserma. Come una dipendente di Farmacap (che gestisce oltre 45 farmacie anche 18 asili nido) sia potuta restare in servizio in una scuola privata se l'era chiesto a febbraio scorso durante un controllo anche un'ispettrice del Dipartimento, ricevendo però risposte fumose.

GLI INTERROGATORI
Ai magistrati che si occupano dell'inchiesta il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il sostituto Nadia Plastina sono le maestre stesse a confermarlo. «Faccio presente - ha ammesso una educatrice - che lo stipendio mi viene corrisposto con regolare busta paga dalla Farmacap pur lavorando per la Dragona srl», premunendosi poi di consegnare la copia agli investigatori dei Nas delegati alle indagini. D'altra parte Giordano era stato presentato dal commissario alle educatrici come il nuovo gestore dell'asilo addirittura mesi prima di bandire l'appalto pilotato. «Con quella procedura ho affidato tre immobili, tra cui l'asilo di via Bossi, che erano solo improduttivi per l'azienda incassando 36.000 euro annui», ha ribadito ieri il commissario durante l'interrogatorio di garanzia (al termine si è dimesso). Solo l'asilo creava un buco annuo di oltre 700.000 euro, aveva fatto sapere agli inquirenti. Il pm Plastina che ha chiesto e ottenuto i domiciliari per il top manager «la somma posta alla base d'asta appare clamorosa visto che avrebbe invece dovuto tener conto del numero degli iscritti (52) e della retta mensile per bambino (480) moltiplicata per la durata massima del contratto. Ossia tre milioni di euro in dodici anni».

LE INTERCETTAZIONI
Da qui la conclusione della procura: «Il vantaggio economico apportato da tale operazione dissennata alla Farmacap è nulla. Poiché la stessa continua a pagare parte degli stipendi ai dipendenti. Non ci si stupirebbe se alla fine risultasse in totale perdita». I magistrati d'altra parte lo scrivono testualmente: «Le indagini in corso sono finalizzate a verificare posizioni patrimoniali dei soggetti e a chiarire eventuali sostrati corruttivi». Che il commissario e l'imprenditore (interessato a gestire altri asili) stiano in confidenza emerge dalle intercettazioni e dai pedinamenti. Come quando Alvaro accompagna Giordano all'ufficio della dottoressa Gabriella Saracino, dirigente dei servizi sociali del X municipio (non coinvolta nell'inchiesta). L'imprenditore parla dell'appuntamento. Dice che andrà a prendersi «un caffè da lei per vedere che aria tira e dice: Perché non è che... Perché non è che ce li facciamo giocare». Intanto è emerso, che nella municipalizzata con base a via Ostiense, 72 dipendenti su 347 godono delle agevolazioni della legge 104, riservata agli stessi portatori di handicap o ai loro familiari che li assistono. C'è un altro numero che allarma gli inquirenti: il Comune nel 2014 ha versato nelle casse allora disastrate di Farmacap 15 milioni di euro. Come siano stati spesi in meno di un anno non è chiaro.

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