Roma, 17enne in coma dopo lite in discoteca, l'amico: «L'ho visto scavalcare la recinzione»

Roma, 17enne in coma dopo lite in discoteca, l'amico: «L'ho visto scavalcare la recinzione»
di Mirko Polisano
2 Minuti di Lettura
Lunedì 9 Ottobre 2017, 08:16
Bravi ragazzi di giorno, balordi di notte, quando i fumi dell'alcool e il rumore della discoteca annebbiano la vista e il cervello. Due gruppi, vite e stili diversi. Ostia e Casal Palocco, quartieri vicini e allo stesso tempo lontani che non sembrano nemmeno appartenere allo stesso comune. Litorale della Capitale con una sua marcata identità, il primo; residenza di vip, famiglie e calciatori, il secondo. Ragazzi dalla faccia d'angelo ma capaci di reagire con inaspettata violenza. Basta un semplice sguardo o un'occhiata di troppo per far scattare la rissa. Come è accaduto venerdì notte all'interno del locale Room 26 all'Eur.

LA SFIDA
Un gruppo nei privé con le bottiglie sui tavoli, l'altro appoggiato alle colonne con i bicchieri in mano. Tutti figli di famiglie perbene. Giovani che si conoscono perché costretti a emigrare a Roma per una serata diversa da quartieri come quello di Ostia dove c'è solo una piazza per ritrovarsi. È sufficiente una scintilla per far saltare gli equilibri. «Dai, ti offro da bere», dice uno. «No, sei un cog...», risponde l'altro. E giù con schiaffi e cazzotti. Tra quelli di Ostia ci sono anche G.A., 25 anni e L.N., 35 anni, più del doppio del 17enne ritrovato nel parcheggio di viale Asia, quello della Nuvola di Fuksas. Con loro G.D.C., venerdì notte ha innescato la rissa all'interno del locale. Due amici per la pelle con dieci anni di differenza e con le stesse passioni. Per il 35enne di Ostia, una vita trascorsa tra il bancone di un bar del centro dove lavora e lo sport (gioca a calcio e frequenta una palestra di pugilato), mentre il 25enne si divide tra il biliardo, gli amici e la squadra di pallone. Tra i suoi miti, c'è Mark Lenders, il cattivo di Holly e Benji il cartone animato nel cui segno sono cresciute generazioni di aspiranti calciatori. Ed è in una notte che ti ritrovi a essere grande, anche se ormai hai 25 anni. Insieme a loro, F.P. (classe 1994) e P.P. (24 anni). «Correva come un fulmine -dice L.N. alla polizia riferendosi al 17enne- non riuscivamo a stargli dietro. Poi lo abbiamo visto scavalcare le recinzioni dei cantieri e sparire nel buio. Il giorno dopo abbiamo appreso da Facebook quello che è successo».

IL SILENZIO
Nelle ville stile Malibù lungo il canale dei Pescatori vive la famiglia di G. Nessuno ha voglia di parlare: dai cancelli grigi di ferro si sporge zia Silvia. «Mio nipote è grave. Adesso ha bisogno solo del nostro affetto. Preghiamo per lui». E dietro quegli alti muri di recinzione, si nasconde un dolore immenso.